Nonostante ieri abbiamo raccontato di un'autentica Caporetto per la pattuglia azzurra al Circolo Tennis Maggioni, il tennis italiano ha molto di cui sorridere questa settimana. Guardando fuori dalla Riviera, infatti, non può essere ignorata la semifinale nel torneo di Umago non tanto del solito immenso Paolo Lorenzi, quanto quella di Alessandro Giannessi. Lo spezzino, insieme a Marco Cecchinato (questa settimana autore di una bella vittoria su Gilles Simon), rappresenta la migliore speranza di vedere un italiano in top-100 in pianta stabile al prossimo cambio di guardia (non chiediamo troppo, la dimensione attuale del nostro movimento è questa). Parliamo comunque di due giocatori giovani ma non giovanissimi, rispettivamente classe 1990 e 1992. Se dovessimo guardare ancora più in là, alla cosiddetta Next Generation, il nostro miglior prospetto sembra essere Matteo Berrettini, classe 1996. E quest'impressione la sta confermando partita dopo partita in questa San Benedetto Tennis Cup, nella quale è approdato alle semifinali, superando in ultimo Pedro Sousa, giocatore molto più avanti nel ranking. Parlando di classifica, inoltre, già questo traguardo dovrebbe garantire a Berrettini l'ingresso nei primi 200 giocatori del mondo, un ulteriore gradino nella sua scalata verso il circuito maggiore.
  Al di là del risultato, è piaciuto molto il tennis e l'atteggiamento della nostra miglior promessa. Contro il portoghese (come già anche nelle partite precedenti) ha cercato sempre di comandare il gioco e non ha mai tremato. Se nel primo set (6-2) non ha corso particolari rischi, nel secondo invece, chiuso 6-4, ha dovuto salvare palle break in ogni game ad eccezione dell'ultimo, e proprio in queste occasioni che Berrettini ha alzato il proprio livello di concentrazione e di gioco, caratteristica questa che se cementificata risulterà decisiva nella carriera di Berrettini. Ad attenderlo ci sarà Federico Coria, fratello del più celebre Guillermo.
  Dall'altra parte del tabellone invece vedremo contrapposti Djere e Taberner. Quest'ultimo ha avuto la meglio su uno dei favoriti del torneo, Marcel Granollers, testa di serie numero due. Ma è la vittoria del serbo ad aver rubato la scena ieri. Il suo match contro il francese Benjamin Bonzi è stato probabilmente il migliore del torneo, non solo per i contenuti tecnici ma anche per quelli emozionali offerti nel terzo e decisivo parziale. Nell'ultimo set infatti Djere ha dovuto rimontare per due volte un break di svantaggio e salvare quattro match point per issarsi al tiebreak; arrivati a quello che in tempi lontani veniva chiamato "sudden death", Djere va avanti 3-0, facendo valere la sua maggior caratura, ma il tennis sempre propositivo del transalpino ribaltava completamente il risultato, portando Bonzi sul punteggio di 6-3. Ma non sono bastati altri tre match point (sette totali) per prevalere sul serbo, che con un parziale di cinque punti consecutivi è riuscito a portare a casa una partita che è sembrata persa per gran parte del terzo set. Da verificare quante energie saranno rimaste a Djere per giocarsi le sue chance di raggiungere la finale.