Certamente i fatti avvenuti a Catania non possono essere accettati e tanto meno giustificati da chiunque creda che la violenza non risolve i problemi ed anzi li aggrava, fino a giungere all’uccisione di esseri umani.

Probabilmente, però, questi fatti possono essere compresi da chi ritiene da sempre che lo sport non debba essere lo specchio della società in cui vive, se questa società testimonia i valori dell’egoismo, della sopraffazione di chi ci dà fastidio, del bisogno di apparire ad ogni costo. C’è chi pensa che lo sport possa essere qualcosa di diverso da quel tipo di sport spettacolo, che esso possa contribuire a dimostrare i valori positivi dell’amicizia, del rispetto degli altri, dello spirito di sacrificio per raggiungere degli obiettivi.

E cerca di metterlo in pratica, come il Centro Sportivo Italiano. Per questo motivo i campionati di calcio a 5 del C.S.I. “JOY CUP” del comitato provinciale di Ascoli non si fermeranno, anche se i deprecabili fatti di Catania non saranno dimenticati, tutt’altro: nei campi di gioco, all’inizio di ogni partita, si pregerà per l’anima dell’agente ucciso e verrà letto un messaggio per ricordare che lo sport esiste non per creare violenze e lutti, ma per aiutare tutti a stare meglio con se stessi e con gli altri.

La Presidenza Provinciale CSI di Ascoli Piceno