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L’Iki affascina Ascoli

Ascoli Piceno | Un pubblico numeroso e ammirato segue l’arte del tè e della spada.

di Anna Laura Biagini

L’Iki affascina Ascoli



Nell’affollata Sala dei Savi del Palazzo dei Capitani sembra di essere in Giappone. Il maestro di scherma Kazuhiko Kumai e la maestra di cerimonia del tè Sumi Koga, accolgono turisti, cittadini appassionati o semplicemente curiosi con un inchino, avvolti nei loro affascinanti kimono, grigio per lui, rosa per lei.
Sarà un pomeriggio diverso, d’istruzione e di arricchimento non solo culturale, ma anche spirituale poiché per i giapponesi, sia il tè che la spada sono momenti di meditazione carichi di simbolismi.
 
“Quel che mostreremo è ancora vivo in Giappone. La tradizione che dai noi è amata ma è relegata nel passato, per loro è portata costantemente avanti, nello spirito. E’ l’anima della nazione”. Così l’Assessore alla Cultura Antonini introduce il vero e proprio spettacolo che sta per iniziare.
Prima Costantino Brandozzi, Presidente del “Karate Club Ascoli”, cerca di spiegare il significato di Iki. “E’ difficile esprimere il significato della parola IKI, titolo dell’incontro, perché non ha una diretta traduzione in italiano. Traduciamola impropriamente grazia, fascino, charme, qualcosa capace di incantare”. Infatti in tutti e tre i momenti dell’evento, quello dedicato all’artigianato della spada, alla cerimonia del tè, alla scherma, il pubblico presente è rimasto incantato in silenzio, consapevole di assistere a qualcosa di unico e un po’ magico.
 
Nella prima parte “didattica”, il Presidente dell’Associazione Italiana per la Spada Giapponese Massimo Rossi, ha illustrato brevemente le origini mitiche della spada, della sua evoluzione da arma ad opera d’arte. Mostrando esemplari originali appartenenti ad antiche famiglie samurai, Rossi ha cercato di trasmettere ai presenti tutto il mistero e la sacralità che l’arte di forgiare spade porta con sé. “Un segreto, quello della perfezione della lama” spiega Rossi “che non è stato mai svelato da quasi mille anni. Basta un secondo affinchè ogni spada porti in sé la poesia della natura”.
 
Nella seconda parte del programma la signora Koga ci ha incantati mostrando con grazia e armonia il rito del tè. Con gli strumenti importati direttamente dal Giappone, in ginocchio su stuoie profumate ha lentamente preparato la bevanda, che il maestro Kumai ha servito a Rossi, Brandozzi ed Antonini. Nei fiori, negli origami, nelle vesti e nelle ceramiche usate, la sintesi di tutta la filosofia orientale dell’accoglienza dell’ospite. Esistono ben tre riti, secondo l’importanza del personaggio ricevuto, della durata di due ore e non ci sono limiti di genere per la preparazione.
 
Così come non ci sono nella scherma giapponese. A fine incontro nella suggestiva cornice del cortile del Palazzo, il maestro Kumai con quattro allieve ha mostrato un saggio della sua arte.
L’11 settembre, per chi avrà voluto approfondire la conoscenza di entrambe le discipline, nella palestra di atletica pesante in via De Dominicis, i maestri saranno lieti di rispondere a tutte le domande.

11/09/2005





        
  



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