Dopo la catastrofe de "L’ultima cena" (vedi articolo mio "la maledizione de L’ultima cena") ho ricevuto attestati di solidarietà da ogni parte del mondo ma, nessuno che mi abbia chiesto di regalargli il quadro che mio padre ancora non ha terminato.

D’altronde dal momento in cui Ludovico il Moro commissionò l’opera a Leonardo (1495) trascorsero ben 4 anni prima della completa realizzazione (1499). Questo affresco ha subito diversi attacchi, oltre a quello del tempo, ed ha resistito a tutto, gli hanno aperto anche una porta sotto, addirittura un bombardamento non è riuscito a distruggerlo, nell’agosto del 1943. C’ha la pellaccia sto dipinto eh!

Così, devo fronteggiare tutto quello che, la realizzazione dello stesso da parte di un copista impertinente e ignorante in fatto di calcio come mio padre, comporta. Un Leonardo arrabbiato col mondo ha gravato questo dipinto di un peso non indifferente, lo ha fatto indistruttibile.

E , non vedo l’ora che papi finisca questa copia che non è stata lesionata, neppure dal volo dalla finestra ma che ha portato all’Ascoli calcio una serie di nefaste e inquietanti, nonché, sgradevoli situazioni calcistiche. Pensate, che abbiamo subito diverse sconfitte casalinghe, compresa quella con l’Albinoleffe, per tre a due. Sono entrata in stato comatoso per giorni, poi, ho cercato di acuire il mio ingegno e dare via all’estro e alla fantasia.

Come fronteggiare tanta sf….ehm poca fortuna? Allora comprare un talismano di quelli strepitosissimi? Andare a Lourdes a raccomandarsi alla Madonna? Mah! Penso e ripenso. Penso a un quadro alla sua realizzazione al suo significato ma come fare? E l’Ascoli gioca a Bari. È un obbligo per me finire di leggere il Codice da Vinci perché incentra la sua trama proprio sull’Ultima cena. Cavoli tutto contro di me.

Inizia il match pugliese. Mi mancano solo cento pagine e, così, decido che devo ,assolutamente, arrivare all’epilogo prima del triplice fischio di Brighi al S. Nicola. L’Ascoli segna col suo bomber corederoma Bucchi al decimo che confeziona di testa un regalino dello zio Monty e, così, fa la barba a Gillet. E da qui comincio a leggere più velocemente perché se non lo finisco i galletti pareggiano prima di subito.

Leggo, leggo, leggo e la storia mi appassiona tanto da farmi perdere la cognizione del tempo. Non sento più la radio tanto sono assorta nel vedere questo Robert e la nostra eroina Sophie che fine faranno e, soprattutto…dove o chi sarà il Santo Graal. Arrivo all’ultima pagina ritorno vita reale e…mi accorgo che il tempo si è fermato con me e …che l’Ascoli a Bari ha vinto per uno a zero.

Fiuuuu. Ce l’ho fatta. Ho salvato la squadra di Giampaolo anche questa volta.

Ma papà è lì che fischietta mentre dipinge la sua "bellissima" copia dell’affresco di Leonardo ma ancora manca parecchio alla conclusione. Cerco di mettergli fretta ma qui è difficile che dia l’ultima pennellata prima della prossima gara casalinga col Piacenza. Per Bari ho risolto ma come faccio per quella della vigilia di Pasqua?

E penso alla Pasqua. Ma certo….lui copia L’ultima cena beh, io copierò (ahinoi) la Resurrezione! Idea!!! Idea!

Il mio uomo…Piero della Francesca! Poniamolo contro Leonardo da Vinci. Esco e vado a comprare una bella tela e…decido di mettermi a dipingere nella stanza accanto a quella di papà. La Resurrezione (bruttino il Cristo risorto del pittore del 1400 - sono ignorantissima in fatto di pittura - e non avete ancora visto quello della improvvisata pittrice copista ascolana realizzato nel 2005!) Ragazzi, qualunque sia il risultato dell'estro creativo, accontentatevi se questo può dare una speranza a i colori bianconeri. Non voglio commenti cattivi sulla mia opera!

Perchè io salverò l’Ascoli e, soprattutto, guiderò io con il mio quadro la sua rinascita e…chi vivrà vedrà…o risorgerà?