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Florovivaismo: sigla del progetto per la valorizzazione delle produzioni di qualità del piceno

Ascoli Piceno | I quasi 10 mila addetti delle 898 aziende del settore florovivaistico hanno una età media inferiore agli addetti dell’agricoltura tradizionale e utilizzano 1128 ettari di superficie coltivabile

di Federico Biondi

Sottoscritto nella sala giunta della Provincia di Ascoli Piceno il protocollo d’intesa per quanto concerne il progetto di valorizzazione delle produzioni florovivaistiche di qualità. Erano presenti alla firma dell’accordo il presidente della provincia Massimo Rossi, il direttore generale di Legambiente Francesco Ferrante, l’assessore all’agricoltura Avelio Marini, il presidente di Marcheflor Giuseppe Santori, il sindaco di Grottammare Luigi Merli e il presidente di Asteria Dante Bartolomei. Tutti i presenti erano accompagnati dai rispettivi funzionari e direttori.
 
.In Italia la provincia di Pistoia è leader del settore floroviavistico, e il protocollo di intesa vuole far emergere e dar forza al lavoro svolto negli anni da molti agricoltori della provincia picena. La città di Grottammare è il comune di riferimento in quanto si è distinta per le attività nel campo della floricoltura grazie al particolare microclima costiero.
 
La finalità del protocollo d’intesa è di riconvertire questo settore che ha trend positivi, da cinque anni mantiene costanti i livelli di crescita, per renderlo più competitivo sul mercato offrendo un prodotto certificato, per qualità e standard nel rispetto dei disciplinari di produzione e prodotto a basso impatto ambientale.
 
L’assessore alle attività produttive Avelio Marini pensa al riconoscimento del distretto florovivaistico per via del numero degli addetti, ma anche per far emergere il sommerso e il comparto in generale.
 
Il sindaco Luigi Merli illustra ai presenti che il florovivaismo era già presente a Grottammare nella metà dell’800, “oggi è una delle attività più produttive del territorio che consente uno sviluppo a misura di uomo – e aggiunge – sviluppo sostenibile con l’adozione di protocolli specifici legati anche al rispetto dell’ambiente”.
 
Legambiente è intervenuta per collaborare a questi iniziativa dato che negli ultimi anni ha investito molto nell’agricoltura, “abbiamo investito per due motivi, la sicurezza alimentare e l’impatto ambientale, ma anche per dare la possibilità ai coltivatori di un’agricoltura di qualità e di sviluppo innovativo” dice il direttore generale di Legambiente Francesco Ferrante.
 
Con un finanziamento di 500 mila euro si promuoveranno azioni di ricerca e su programmi di miglioramento genetico e differenziazione biologica. Saranno affidate all’Asteria (istituto che opera nel campo dello sviluppo tecnologico e della ricerca applicata) la ricerca e il supporto alle produzioni che successivamente saranno trasferite alle aziende.
 
Con la realizzazione di un centro di micropropagazione si vogliono far diminuire le importazioni di materiale di propagazione e colmare lacune nazionali, date dalla mancanza di strutture di conservazione e produzione di materiali genetici.
 
Il presidente della provincia picena parla di integrazione e partecipazione e di come il tavolo della programmazione economica (che coinvolge le università, gli imprenditori, le associazioni sindacali) coordini ed aiuti alla condivisione delle strategie, “anche se non c’è una sintesi perfetta si arriva alla conoscenza dei problemi e delle possibili soluzioni”.
 
Sempre il presidente spiega che “i contenuti” sono la parola d’ordine per produrre risposte che durano nel tempo e che guardano all’ambiente, alle risorse disponibili ma anche al mercato con una diversificazione delle attività produttive che si devono servire della comunicazione e della qualificazione.

15/03/2005





        
  



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