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“È la crisi economica più lunga e complessa, ma le Marche possono farcela”.

Colli del Tronto | Carlo Lucarelli, presidente di Confindustria Marche, analizza il presente e indica possibili soluzioni.

di Giovanni Desideri

"La situazione è difficile, i vari settori dell'economia marchigiana risentono sia del livello dei consumi sia della concorrenza. Ma possiamo farcela". Così Carlo Lucarelli, presidente di Confindustria Marche.

Lucarelli, torinese, ingegnere elettronico, cavaliere del lavoro, è presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato della Roland Europe Spa di Acquaviva Picena (Ap), azienda nata nel 1987 da una joint venture tra la sua 'creatura' – la Siel Spa (elettronica musicale), fondata con tre altri soci nel 1976 – e la Roland Corporation di Osaka (Giappone). La Roland Europe dispone oggi di 5 stabilimenti nella zona industriale di Acquaviva, occupando 240 dipendenti direttamente e più di 500 tramite l'indotto.

Al Sistema Confindustria Marche, d'altra parte, aderiscono circa 3 mila fra imprese industriali, imprese di costruzione e imprese di servizi (i principali settori produttivi rappresentati: meccanica, calzature, legno e mobile, tessile-abbigliamento, alimentare, gomma e plastica), per un totale di quasi 100 mila addetti.

Abbiamo incontrato Lucarelli venerdì 12 settembre, a margine del convegno organizzato presso l'hotel 'Il Casale' di Colli del Tronto dal Gruppo Marconi ('Piattaforme logistiche ad alto investimento e intermodalità. Il futuro nella distribuzione delle merci', v. archivio).

Presidente, attraversiamo una crisi economica più difficile che in passato?

Certamente è una crisi che dura da troppo tempo e una crisi molto complessa, basti pensare al livello inedito di concorrenza internazionale. Le Marche resistono, sicuramente potranno superare questo momento, ma la situazione è difficile.

Ha accennato alla concorrenza internazionale: non sarà facile inseguire i minori costi di produzione che ci sono in alcuni Paesi.

Le soluzioni possono essere diverse. Sono anni che tutti indicano 'brillanti soluzioni' a tutti i livelli. Il problema è che passa troppo tempo tra il dire e il fare. È una questione 'politica',  ma non nel senso di 'uomini politici'. Voglio dire che è l'opera di composizione dei diversi orientamenti e dei diversi punti di vista che attualmente assorbe troppo tempo e troppe energie.

Qual è il suo personale 'orientamento'? Di cosa c'è bisogno per risollevare l'economia?

Il punto fondamentale è che gli interventi devono modificare il sistema dell'economia nel suo complesso, per renderlo più snello e meno costoso. Le decisioni devono toccare tutto il sistema, in particolare attraverso le riforme e le infrastrutture. E soprattutto la riforma fiscale e quella delle pensioni.

Nel quadro che lei traccia c'è posto per l'ottimismo?
Quando si intraprende si è necessariamente ottimisti, ma l'ottimismo va modulato sui fatti. Da una parte deve esserci l'impegno da parte degli imprenditori, per esempio l'impegno ad innovare (e noi alla Roland garantiamo sempre una forte innovazione ai nostri prodotti attraverso un laboratorio di ricerca e sviluppo composto da trenta ingegneri e tecnici qualificati). Dall'altra parte si devono prendere provvedimenti come quelli che ho indicato. La lentezza nelle decisioni è uno dei principali errori da evitare.

18/09/2003





        
  



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