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Bilancio sulla stagione turistica di S. Benedetto del Tronto: dialogo con un albergatore

San Benedetto del Tronto | Cala il sipario sulla stagione estiva di San Benedetto del Tronto e di molte altre località balneari della riviera adriatica.

di Elvira Apone

Lungomare di S. Benedetto del Tronto

Mi sembra opportuno, quindi, cercare di tirare le somme, tracciando un quadro dell’attività turistica locale. Per farlo al meglio, ho deciso di dialogare con un giovane albergatore, Armando Vincenti, uno dei soci dell’hotel Haus Charlotte di San Benedetto del Tronto.

-Puoi affermare che la stagione, che si è appena conclusa, sia stata più proficua della precedente? -Sì, questo devo ammetterlo. Quest’anno abbiamo lavorato di più dell’anno scorso, registrando spesso il pienone. Tuttavia, il motivo principale dell’incremento di lavoro è attribuibile alle condizioni metereologiche. Mentre lo scorso anno abbiamo avuto un’estate piovosa, quest’anno la stagione estiva ci ha regalato sole e caldo, con un conseguente aumento di turisti negli alberghi e sulle nostre spiagge. -La vostra politica alberghiera, se ne avete fatta una, vi ha aiutati a reclutare clienti? -Devo dire di sì anche in questo caso.

Da un lato, le offerte che abbiamo pubblicato nei periodi, diciamo così, “morti”, hanno richiamato clienti, dall’altro siamo riusciti a conservare la nostra clientela storica, che si è ormai affezionata al nostro albergo perché si è trovata bene. Inoltre, la professionalità e la qualità dei nostri servizi sono sempre state il nostro migliore biglietto da visita per il passaparola.

Eppure, ciò che manca a San Benedetto è una solida e variegata offerta turistica. -Che cosa intendi? -Ti spiegherò cosa voglio dire con le parole di un mio vecchio cliente, che frequentava il nostro albergo sin dagli anni ’70. Lui fa continuamente questo esempio: molti anni fa, durante le mie prime vacanze a San Benedetto, alla Palazzina Azzurra venivano a cantare artisti come Celentano, Mina, Peppino di Capri. Oggi, non solo artisti di quel calibro non vengono più a San Benedetto, ma eventi come quelli sono ormai solo un lontano ricordo.

-Credi che bastino concerti di un certo livello a richiamare più gente a San Benedetto? -Ovviamente no. A San Benedetto servono eventi e iniziative originali che possano attirare turisti, sia italiani sia stranieri. Tipo, per esempio, il Summer Jamboree di Senigallia, partito quasi in sordina e divenuto un festival internazionale che richiama persone da ogni parte del mondo, coinvolgendo l’intera città. E tutto questo grazie a una giusta gestione delle risorse e a lungimiranti investimenti. Un’altra cosa che credo manchi a San Benedetto sono le strutture per il divertimento e per il relax. In più, bisognerebbe potenziare l’offerta di visite guidate nell’entroterra e di tour enogastronomici, per esempio. - Forse questo vale di più per i giovani, ma sappiamo entrambi che qui da noi si è sviluppato maggiormente un turismo per famiglie… -Infatti, mi riferisco soprattutto a strutture per bambini, come, ad esempio, acqua park, o specifiche aree giochi per l’infanzia. Tortoreto e Pedaso hanno strutture del genere, mentre noi no.

- È necessario, dunque, potenziare e riqualificare la proposta turistica?
- Certamente. L'economia di San Benedetto è basata principalmente, oltre che sulla pesca, sul turismo alberghiero, cioè sono soprattutto gli alberghi, e il loro indotto, a muovere la nostra economia. Iniziative e strutture, quindi, che possano supportare l'offerta alberghiera sono auspicabili per uno sviluppo del nostro territorio e della nostra città.

-Insomma, gli albergatori vanno aiutati affinché possano lavorare di più e, con loro, tutto l'indotto, con conseguenti benefici per l'intera comunità?
-Esattamente. Non dimentichiamo, infatti, che la stagione estiva si è notevolmente accorciata negli ultimi anni. Tempo fa gli alberghi aprivano i battenti a maggio e non chiudevano prima di ottobre. Oggi, purtroppo, non riusciamo ad aprire prima di giugno e già a metà settembre dobbiamo chiudere.
Bisogna, quindi, incoraggiare il turismo a San Benedetto, magari permettendo agli alberghi e agli chalet di lavorare anche in altri periodi dell'anno, giacché la stagione estiva si è ridotta.

-Ad esempio?
-Mi vengono in mente, per esempio, ma è solo una delle tante idee, i mercatini natalizi. Nel nord Italia vengono organizzati questi mercatini durante le vacanze di Natale. Perché non fare una cosa del genere anche qui da noi allestendoli, per esempio, negli chalet del lungomare? Questo evento potrebbe attrarre non pochi turisti, che permetterebbero agli alberghi e agli chalet di lavorare almeno per un altro mese l'anno, con ulteriori conseguenze positive su tutto l'indotto.

-Ci vogliono, quindi, nuove idee e iniziative?
-Sì, occorre tenere vivo il turismo a San Benedetto e, forse lo dico perché faccio parte della categoria, appoggiare e sostenere gli albergatori perché, se da un lato, come è giusto che sia, pensano al proprio profitto, dall'altro, però, sono tra i maggiori fautori di una politica che mira allo sviluppo turistico della nostra zona.

Ci auguriamo, dunque, che non solo per gli albergatori, ma che per l'intera comunità, possano aprirsi scenari sempre più favorevoli, perché San Benedetto del Tronto, al di là di tutto, merita un posto d'onore tra le località della nostra meravigliosa riviera.

02/10/2015





        
  



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