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60° anniversario della liberazione e della fine della seconda guerra mondiale

Ascoli Piceno | "C'è chi vuole farla finita con la resistenza. Contro i tagli di Berlusconi e Celani più forza all’Anpi, più forza alla memoria, più forza alle battaglie per la democrazia"

di Pietro Cordoni

Il prossimo 25 aprile si celebrerà il 60° Anniversario della Liberazione d’Italia dall’invasione nazista e dalla dittatura fascista. Ed è anche il 60° anniversario della fine della seconda guerra mondiale. Sono due date che rivestono una importanza fondamentale per la storia dell’Italia e per la nuova Europa unita.
 
Sono appuntamenti che devono essere celebrati con il più alto impegno istituzionale e il massimo dovere morale, civile e politico della città.
 
Già da tempo l’ANPI, le associazioni combattentistiche e i partiti antifascisti e democratici, sono impegnati affinché il 60° della Liberazione d’Italia sia degnamente celebrato nelle città di tutta Italia.
 
Soprattutto l’ANPI, ha dovuto far fronte, con mezzi esclusivamente propri, agli enormi oneri che ne derivano (non è stata ancora approvata la legge per il 60°). E per giunta si è vista sostanzialmente privata anche del contributo statale, che pure era stato sancito da una legge, a suo tempo approvata dai due rami del Parlamento.
 
Infatti, il governo Berlusconi, ha ridotto di ben il 55% un modesto contributo, che era già stato decurtato del 10% nel 2002. Questo in vigenza di una legge triennale, scaduta proprio con il 2003, quindi senza nessuna garanzia per i prossimi anni.
 
Dietro questi tagli appare difficile non ipotizzare che ci siano precisi disegni politici per farla finita una volta per sempre con la Resistenza, la memoria storica, il ricordo di pagine che a taluni possono essere indigeste. Un tentativo banale quanto pericoloso di cancellare e abiurare la Resistenza antifascista.
 
Il provvedimento non solo è un atto discriminatorio nei confronti dell’ANPI, ma investe tutte le associazioni partigiane e combattentistiche comprese quelle dei deportati, che vengono considerate immeritevoli di ottenere mezzi necessari a celebrare dignitosamente l’avvenimento.
 
L’ANPI si è costituita nel giugno 1944, quando era ancora in corso la guerra di Liberazione dall’occupante nazista e dalla dittatura fascista. Da allora ha svolto costantemente un’opera di valorizzazione e difesa degli ideali dell’antifascismo e della Resistenza trasfusi in gran parte nella Costituzione della Repubblica. Si è battuta contro ogni rischio di ritorni autoritari.
 
Ha concorso alla formazione di una coscienza civile e di quel patriottismo costituzionale che, come sottolinea ogni giorno il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, costituisce il più saldo cemento dell’identità e dell’unità nazionale.
 
Oggi, l’ANPI, sotto la mannaia dei mancati finanziamenti statali (spettanti per legge) da parte del governo di centro-destra, ha proposto una sottoscrizione nazionale, facendo appello alla sensibilità di tutti gli antifascisti, di quanti operano nelle Istituzioni, nel mondo del lavoro (ha aderito la CGIL, anche quella locale), nell’associazionismo, perché possa continuare una battaglia che non riguarda soltanto gli uomini e le donne della Resistenza, gli ex partigiani, ma tutti i cittadini che non siano insensibili ai valori fondanti della nostra Repubblica.
 
Nella seduta del Consiglio Comunale del 4 ottobre scorso (nei giorni dei fatti di Colle San Marco del 1943) i soli consiglieri comunali del centro sinistra, con atto formale e dopo dichiarazione congiunta, hanno devoluto il proprio gettone di presenza all’ANPI di Ascoli Piceno.
 
  Già allora avevo lanciato un grido di allarme contro il tentativo di far svilire la celebrazione del 60° anniversario della Liberazione d’Italia dal nazifascismo.
 
Il Comune di Ascoli Piceno, in quanto città insignita di Medaglia d’Oro al Valor Militare per attività partigiana, percepisce dal primo settembre 2002, una pensione risarcitoria, come debito vitalizio dello Stato, erogato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze tramite la Direzione provinciale dei Servizi vari di Ascoli Piceno.  Gli importi sono di 8.468,23 euro per gli anni 2002-2003 e 2004. Per l’anno 2005, grazie all’adeguamento automatico dei trattamenti pensionistici di guerra, l’importo sarà di 3.804,74  (a partire dal 1 gennaio 2005).
 
Per conoscere l’eventuale utilizzo di tali fondi e per conoscere gli intendimenti futuri della Giunta e del Consiglio per come utilizzarli per il 60° anniversario,  il Partito darà mandato al compagno Catalucci Capo Gruppo in Consiglio, di presentare apposita interpellanza che si  allega a parte.
Che spero venga discussa prima del 25 aprile!!!
 
Visto l’attualità del tema e il pericolo che il più totale silenzio del Comune si abbatta anche su questa data (dopo la vergognosa latitanza sulla giornata della Memoria del 27 gennaio scorso) e considerata la estrema dilatazione delle convocazioni dei Consigli Comunali di Ascoli, prerogativa della giunta Celani (solo 6 consigli dal 12 luglio 2004 in poi, tre dei quali  per fatti puramente formali e due per prosecuzione dei lavori – l’ultimo consiglio è del 29 novembre scorso e non ci è dato di sapere quando ci potrà essere il prossimo) si può intuire l’immediata discussione che s’intende sollevare in città su questi temi, affinché non si arrivi al 25 aprile di quest’anno, impreparati e inermi di fronte a tale solenne celebrazione.

03/02/2005





        
  



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