Si apre uno spiraglio per evitare l’apertura della mobilità per 51 lavoratori (su 111) dello stabilimento di Porto d’Ascoli della Foodinvest: durante l’incontro che si è svolto questo pomeriggio nella sede Assindustria ad Ascoli, i sindacati hanno proposto di non agire sulla spesa per il personale, ma su quella per acqua, energia elettrica, smaltimento dei rifiuti, ecc, ritenuta troppo alta: ferma restando, quindi, l’esigenza di ridurre i costi di produzione per poter competere sul mercato.

L’azienda sembra disposta a trattare su questa proposta. L’ipotesi dei 51 esuberi resta sul tavolo, ma non in maniera esclusiva o preponderante: un prossimo incontro tra le parti è già stato fissato per mercoledì 26 gennaio alle 15, sempre in Assindutria, per analizzare la composizione dei costi di produzione. I rappresentanti sindacali incontreranno invece i lavoratori dello stabilimento domani, giovedì (dalle 14 alle 15), per metterli al corrente dell’esito dell’incontro di oggi.

L’azienda (rappresentata dal direttore dello stabilimento dott. Grano e da altri due rappresentanti del gruppo Malavolta già presenti al recente incontro svoltosi a Roma, il dott. Bergamante e il dott. Cavazzini) sembra invece intenzionata a proseguire con le lavorazioni per conto terzi, anche dopo la scadenza del contratto con la Nestlè, nel 2006. Un altro punto da discutere, secondo l’azienda, è il presunto eccesso dei lavoratori “indiretti” (impiegati, addetti alla manutenzione, ecc, al momento una cinquantina) rispetto agli addetti alla produzione. Lo stesso problema dell’assenteismo, sollevato da tempo dalla proprietà, è stato posto in secondo piano rispetto a questo e ad altri.

I sindacati chiedono per parte loro di accantonare la prospettiva della mobilità, utilizzando eventualmente la “cassa integrazione straordinaria” (cigs): una sospensione temporanea del lavoro, prevista dalla legge in caso di ristrutturazioni o riconversioni d’azienda. I sindacati non ritengono che la produzione in conto terzi possa rappresentare, in prospettiva, una scelta strategica molto forte, e continuano a chiedere quale sia il piano più generale della proprietà per lo stabilimento di Porto d’Ascoli.

A questo è stato risposto accennando alla possibilità di un allargamento della produzione, ma senza alcuna certezza. Maggiori assicurazioni (verbali) sono state date circa la solidità finanziaria della Foodinvest e più in generale del gruppo Malavolta, che in effetti paga regolarmente gli stipendi ai lavoratori.

“Come si chiuderà il tavolo non è ipotizzabile – dice il segretario provinciale della Flai-Cgil Piero Luciani – Le incognite restano tutte: specie perché si continua a produrre per conto terzi.”

All’incontro di oggi, che si è protratto dalle 15 alle 18,30, erano presenti anche i segretari della Fai-Cisl Alberto Andreani e della Uila-Uil Delfino Coccia, oltre ai segretari provinciali Emidio Celani (Cgil), Antonio Angelini (Cisl) e alla Rsu dell’azienda (Gianni Paci e Piero Iobetti Cgil, Giovanna Sgolastra Cisl, Nazzareno Rosati Uil).