Da oggi, primo dicembre, con un anticipo di un mese rispetto ai tempi di legge e senza preavviso, le compagnie petrolifere iniziano la commercializzazione di un tipo di gasolio ambientale - per autotrazione e per agricoltura - che costa circa 90 delle vecchie lire in più rispetto al prodotto tradizionale, commercializzato fino ad oggi.

Questo aumento dei costi graverà totalmente sulle spalle dei rivenditori dei prodotti petroliferi e conseguentemente sulla loro clientela costituita da autotrasportatori, aziende, agricoltori che usufruiscono della consegna a domicilio e di sconti sostanziosi, rispetto ai distributori stradali, sconti che hanno garantito la loro sopravvivenza economica negli anni.

La beffa, che denota la volontà di distruggere un servizio importante dell'economia picena e nazionale, è rappresentata dal fatto che il nuovo gasolio viene venduto alle pompe possedute dalla compagnie petrolifere stesse, nei distributori stradali, al vecchio prezzo, creando così una notevole concorrenza e disparità sul mercato.

Qualcuno potrebbe pensare che la soluzione consista nel mandare l'autotrasportatore a fare il pieno presso i distributori stradali; putroppo così non è, perchè alle pompe in realtà il gasolio viene acquistato a prezzi meno vantaggiosi e senza servizio a domicilio.

Danni sicuramente sotanziosi verranno a gravare sull'agricoltura, già fortemente penalizzata.

Tutto ciò dopo che la regione Marche ha preteso la messa a norma di tutti i serbatoi privati delle imprese, che rimarranno vuoti con gravi danni economici.

Il settore dei grossisti associati alla Confcommercio picena si è mobilitato ed ha programmato una serie di iniziative per sensibilizzare tutti i settori coinvolti e richiamare l'attenzione del mondo politico sulla questione per trovare una soluzione al rischio della chiusura delle attività.

* Presidente della Confcommercio della provincia di Ascoli Piceno