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Riconversione della Sgl Carbon: lavoro, occupazione, ambiente, sviluppo

Ascoli Piceno | Si è aperta una nuova fase, speriamo concreta, sulla vicenda storica per Ascoli, della riconversione dell’area e dello stabilimento Carbon

di Emidio Catalucci*

Il tavolo di concertazione, aperto a tutte le forze e i soggetti interessati (nessuno escluso) e promosso dopo la firma del protocollo interistituzionale è una novità importante che deve essere perseguita con estrema decisione e forza.
 
E’ l’unico strumento, oggi, che permetterà, a questa città, di superare quel “blocco cognitivo” che l’ha colpita sul caso Carbon.
 
Ormai se ne parla da troppo tempo. Molte volte in modo inesatto. Tante sono state le strumentalizzazioni create a vari livelli e da vari soggetti. La eventuale, auspicabile e possibile riconversione della area Carbon ci costringerà a fare un grande salto di qualità in termini di idee programmatiche, di lungimiranza, di unità di intenti, di collaborazione tra Enti e  parti sociali,  di volontà e di azione politica,  amministrativa e sociale.
 
Superare cioè quella fase del cosiddetto “pensiero magico” secondo il quale basta la sola enunciazione del problema per la soluzione immediata dello stesso. E’ un “pensiero” che ha fatto presa in città da molti anni. Sulla Carbon dobbiamo essere molto chiari e molto seri. Bisogna saper coniugare due diritti inalienabili dell’uomo: quello del lavoro degli operai e impiegati  e quello della salute di tutti i cittadini.
 
L’uno non può essere disgiunto dall’altro.
 
Il tavolo concertativo attivato il 2 novembre  potrà portare ad una soluzione positiva della Carbon se attuerà quel complesso di azioni coordinate e continuate a vari livelli (locale, provinciale, regionale, statale ed europeo) coinvolgendo l’intera comunità intesa in senso generale.
 
Esemplare  è il caso della città di Terni quando, minacciata dalla chiusura delle acciaierie, scese compatta ed unita per difendere i propri posti di lavoro, per una scelta di vita e del suo futuro.
Anche da noi deve esserci una sola, univoca, voce! Una scelta condivisa e collegiale discussa prima da tutta la città. Disponibili e aperti alla discussione, e poi intransigenti e uniti nel perseguire un’obiettivo vitale per la città.
 
Se esiste una sola possibilità di soluzione della Carbon essa passa attraverso la grande capacità politica, amministrativa e sociale di far diventare questo caso un caso nazionale ed europeo: individuando priorità, metodologia e tempi necessari e conseguenti (con gli adeguati finanziamenti anche europei). Ci sono dei passaggi obbligati e indifferibili:
 
Il ricollocamento di tutti i lavoratori e la creazioni di nuovi posti di lavoro. La responsabilizzazione dell’azienda sulla bonifica e il riutilizzo dell’area.Il progetto complessivo di sviluppo sostenibile futuro dell’area, come obiettivo strategico della crescita occupazionale, economica e sociale della città.
 
Tra il 1905 e il 1917  fu presa, per la città, una decisione storica, ben precisa e forte. Si insediò la Sice. Da allora essa è stata la storia della città, nel bene e nel male. Le sirene della fabbrica hanno scandito il ritmo di vita della città e dei suoi abitanti. Siamo cresciuti con essa. Non c’è una famiglia ascolana che non abbia avuto a che fare con la fabbrica.  E’ stato un rapporto misto tra amore e odio.
 
Ha creato enormi ricchezze ma anche inquinamento e insalubrità dell’ambiente. La Sice dal 1920 ha significato il motore propulsore dell’intero territorio di Ascoli. A distanza di un secolo, agli inizi del III millennio, la riconversione dell’area e dello stabilimento Sgl Carbon sarà il volano per l’intera economia di Ascoli, parimenti a quello che fu la Sice all’inizio del novecento.
 
La riconversione della Carbon è la più grande, forse unica, opportunità che ha questa città per il suo sviluppo e il suo futuro per il prossimo secolo.
*Capogruppo Consiliare dei Comunisti Italiani

06/11/2004





        
  



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