Nell’ultima seduta del Consiglio Provinciale sono stati approvati tre ordini del giorno dal contenuto simbolico e di  indirizzo molto significativo su questioni centrali che animano il dibattito a livello nazionale ed internazionale. Innanzitutto è stato approvato un ordine del giorno presentato  dal consigliere dei Comunisti Italiani Guglielmo Massucci a sostegno delle iniziative per il 60° anniversario della Liberazione.

 

In considerazione della previsione di un taglio, nella finanziaria 2005, dei fondi destinati all’ANPI per la ricorrenza del 60° anniversario della Liberazione, il testo impegna la Giunta a rappresentare al Governo Nazionale la volontà del Consiglio Provinciale di Ascoli Piceno di ripristinare con legge urgente i finanziamenti per la celebrazione della ricorrenza del 25 aprile per il prossimo anno. Un impegno per mantenere vivi nella memoria collettiva  i valori fondanti della Resistenza più che mai opportuno anche in relazione al fatto che la Provincia di Ascoli Piceno è stata insignita della medaglia d’oro al valor militare per attività partigiana.

 

La Provincia di Ascoli Piceno è poi tra i primi i enti locali In Italia ad aver deliberato  un  ordine  del giorno per il ritiro delle truppe In Iraq. Il testo è stato  presentato dal consigliere Luigi Trivellizzi capogruppo di Rifondazione Comunista e recepisce una mozione del Coordinamento del Fermano per il ritiro delle truppe dall’Iraq. Il documento in ottemperanza alla Costituzione Italiana, al dettato del diritto internazionale ed alle più elementari istanze umanitarie “riconosce   illegittima la guerra portata  nel 2003 contro il popolo iracheno e di conseguenza chiede il ritiro immediato delle truppe dall’Iraq ed azioni rivolte alla comunità internazionale per l’invio di una forza multinazionale di pace ed umanitaria sotto l’egida delle Nazioni Unite che assista un processo di normalizzazione del paese”.

 

Di particolare rilievo infine anche l’ordine del giorno  presentato dai capogruppo di maggioranza Cesetti, Gregori, Massucci, Peroni, Trivellizzi, Ventura e Vallesi per realizzare una serie di iniziative a sostegno della cosiddetta Tobin Tax, un’imposta europea sulle transazioni valutarie, consentita dal Trattato di Maastrict,  che renderebbe più stabile la moneta unica e soprattutto ridurrebbe i vincoli imposti alla spesa pubblica dal patto di stabilità.

 

Si stima infatti che oltre 1500 miliardi di dollari (cifra che rappresenta l’equivalente del PIL annuale dell’Italia) vengano ogni giorno scambiati per operazioni che per il 90% speculano sulla variazione dei tassi di cambio tra le monete con il susseguirsi di crisi che investono i mercati finanziari travolgendo la produzione ed i consumi materiali, il lavoro, i bilanci pubblici. Lo spostamento di enormi capitali per via speculativa si tradurrebbe quindi in transazioni che non tengono conto della salvaguardia delle produzioni, del lavoro e dei diritti.