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La nuova costituzione europea e le nostre risposte

| LONDRA - Al forum sociale europeo, davanti a mille persone, si e' tenuto un dibattito molto acceso sul trattato costituzionale. I relatori si sono divisi tra coloro che vogliono rigettarlo e tra quelli che pur criticandolo ritengono importante approvarlo.

di Maria Teresa Antonelli

Nicola Vallinoto di Europace fa il punto su quanto è emerso nell’appuntamento più importante del Forum sul trattato costituzionale europep che si è svolto alla West Hall 2 dell’Alexandra Palace.
 
 Davanti a piu' di mille persone Tina Becker del Partito comunista inglese e Sergio Giovagnoli dell'Arci hanno introdotto il tema del seminario e dato avvio alla discussione sul trattato costituzionale che verra' firmato a fine mese a Roma. Come era prevedibile i relatori si sono divisi sull'adozione del trattato costituzionale.
 
Hanno espresso una posizione negativa nei confronti del trattato Bernard Cassen di Attac France, Francis Wurtz della Sinistra Europea, Jack Conrad del Weekly Worker e Frank Sleger del Belgian Social Forum. Pur criticando il trattato si sono espressi in modo favorevole Titti Di Salvo della Cgil, Brendan Donnelly di Federal Union, Peter Szigeti di Attac Ungheria e Martin Rocholl di Friends of the Earth. Tutti i relatori hanno evidenziato alcuni limiti del trattato costituzionale.
 
Dalla parte dei NO:
Cassen ha sottolineato come questa Europa sia liberista e come i governi pretendano che questo trattato diventi una costituzione. Il trattato che verra' firmato a fine ottobre costituzionalizza un neoliberismo difficilmente modificabile. Nella replica finale reagisce all'intervento della Di Salvo (vedi sotto) dicendo che l'articolo 46 non da ai cittadini l'iniziativa legislativa perche' e' la commissione che ha l'ultima parola.
 
Wurtz da parte sua ha affermato che la gauche europeenne e' contraria a questo trattato costituzionale. L'UE ha realizzato solo un mercato dei capitali e delle merci. Il trattato di Maastricht ha dato vita alla BCE e alla moneta. La sola missione e' di far diventare la zona euro attrattiva. Inoltre il trattato non prevede il ripudio della guerra, l'eguaglianza tra uomini e donne e il diritto al lavoro. Concludendo Wurtz con il NO si vuole esprimere una rottura con il trattato costituzionale per dar vita a un'altra Europa.
 
Conrad dice che i socialisti non possono che votare NO a questo trattato se cio' verra' chiesto tramite referendum. L'Unione Europea e' disegnata per le banche e per i boss. Dobbiamo unirci su richieste positive. Il Parlamento europeo invece di avere solo un potere di indirizzo dovrebbe avere poteri reali. La sua organizzazione si impegnera' per fare una campagna per un parlamento con pieni poteri legislativi. E per un'Europa che protegge l'ambiente e dove non si abbiano 25 eserciti. Un altro punto, secondo Conrad, squalificante nel trattato e' che non si prevede il diritto di sciopero.
 
Sleger si chiede se dobbiamo votare SI per avere una Europa come polo in concorrenza con gli Usa e la Cina. In realta' abbiamo bisogno di domande concrete e di creare un collegamento tra queste ultime e un'altra Europa. Approvare il trattato costituzionale significa avere meno Europa sociale.
 
Dalla parte dei SI:
Di Salvo inizia il suo intervento chiedendo ai delegati se i limiti del trattato sono tali da interrompere il processo costituzionale. La Cgil pensa che il trattato sia un passo avanti e pensa di utilizzare, da subito, l'articolo 46 per modificare il trattato costituzionale. Chi ha ostacolato di piu' l'inserimento della carta dei diritti e' un governo di centro sinistra quello di Tony Blair.
 
Poi si chiede se questo trattato costituzionale sia un passo verso una cultura neoliberale? La Di Salvo crede di no. Propone di partire immediatamente dopo l'approvazione con una campagna per un milione di firme per modificare il trattato su questi punti: l'Europa ripudia la guerra e la cittadinanza europea di residenza. Inoltre afferma che per contrastare la cultura politica dominante abbiamo bisogno di una grande alleanza tra forze politiche, organizzazioni sindacali e i movimenti.
 
Donnelly e' per il si e afferma che questo trattato costituzionale riflette il processo di integrazione attuale con posizioni anche molto diverse. Si tratta di un compromesso tra visioni differenti sull'Europa. Votare contro la costituzione significa votare con cinquantanni di storia del processo di integrazione europeo. L'esponente di Federal Trust continua dicendo che l'alternativa al trattato costituzionale e' il trattato di Nizza che e' ancora peggio. Si tratta di un passo indietro. Invece di votare contro chiede di fare una lotta politica dentro l'Unione europea. L'Europa e' una forza che puo' bilanciare l'unilateralismo americano. Rigettare il trattato e' un passo indietro. Dobbiamo adottarlo anche se e' imperfetto.
 
Rocholl sottolinea come l'Europa puo' costituire uno stop al processo di globalizzazione selvaggia. In tema ambientali l'Europa ha molto da dire. Ad esempio il Parlamento europeo ha il potere di codecisione in molte materie come il budget agricolo. Rocholl si chiede quali strategie adottare? La prima e' per il SI per poi poterlo modificare successivamente. La seconda e' per il NO. E' una strategia rischiosa. Se blocchiamo il processo non avremo una costituzione migliore. E l'Europa diventera' piu' debole. Tra i sostenitori del NO ci sono due approcci: l'uno, di principio, contrario all'integrazione europea e nazionalista, l'altro critico ma favorevole all'idea di una Europa diversa.
 
Szigeti ritiene che il movimento deve cercare di realizzare una strategia minima trovando un minimo comun denominatore. Riguardo al trattato costituzionale afferma che ci sono stati un po' di progressi e un po' di passi indietro. Il NO e' una delegittimazione del processo di integrazione. Il SI e' un segnale positivo e pue' dare luogo a progressi nei diritti sociali.

Dopo le relazioni ci sono stati una decina di interventi da parte dei delegati. Tra questi segnaliamo Franco Russo del Forum per la democrazia costituzionale europea, che ritiene necessario lanciare una campagna europea su alcuni punti fondamentali, ovvero: la pace, la cittadinanza europea di residenza e i diritti sociali.
 
Concludendo possiamo affermare che sebbene sull'approvazione del trattato costituzionale ci siano posizioni differenti il dibattito ha messo in evidenza come finalmente anche al forum sociale europeo si cominci ad affrontare e a parlare dei contenuti del trattato costituzionale entrando nel merito delle questioni. Al di la dell'adozione o meno del trattato si sono, infatti, create le basi per la creazione di un network europeo per lanciare una grande campagna per una Europa democratica e sociale che si basa sul ripudio della guerra e su una cittadinanza europea di residenza.

18/10/2004





        
  



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