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Sincobas : no all’accordo con le poste per i portalettere

Ascoli Piceno | Assemblea di Porto d’Ascoli disertata dai lavoratori. Raccolta firme per referendum.

No ad un accordo che peggiora le condizioni generali di lavoro dei portalettere, firmato in sordina da tutte le altre organizzazioni sindacali nel mese di luglio, e illustrato ai dipendenti delle Poste solo in questi giorni.

E’ la posizione del Sincobas di Ascoli, nettamente contrario ad un’intesa che nel territorio piceno coinvolge oltre 250 lavoratori, il 20 % dei quali anche precari, e che è da rigettare nella forma e nella sostanza.

“L’assemblea che i sindacati confederali, la Failp-Cisal e l’UGL avevano convocato per il 12 ottobre a Porto d’Ascoli, presso l’Ufficio Recapito – dicono i responsabili del Sincobas per il comparto postale – è stato praticamente disertata dai lavoratori interessati, e quelli che vi hanno partecipato hanno seriamente criticato l’accordo di luglio.

Questo accelera le forme indiscriminate di flessibilità organizzativa e delle prestazioni di lavoro, aumentando i carichi normali e aggiuntivi e riducendo il salario ; introduce la retribuzione forfettaria per le sostituzioni obbligatorie, pagando – caso unico nella storia - le ore straordinarie meno di quelle odirnarie (5,8 euro l’ora, contro le 8,3 euro normali) ; prevede infine, coperture di organici insufficienti,  e per di più utilizzando il sistema del precariato e della mobilità volontaria.

Un accordo inaccettabile dunque – proseguono i rappresentanti del Sincobas – siglato sulla pelle dei lavoratori del recapito, i quali in un ottica di privatizzazione spinta, diventano sempre più flessibili, a basso costo e in caso di necessità operatori generici da impiegare nelle più svariate mansioni, sperimentali e anche commerciali, fuori da ogni regolamentazione contrattuale. Per questo l’intesa deve essere boicottata e rigettata, ridando la parola ai dipendenti delle Poste.

” Il sindacato provinciale dei comitati di base lancia a tal fine una raccolta di firme fra tutti i lavoratori del settore, per fare in modo che l’accordo venga sottoposto a referendum, discusso e valutato da tutti e alla fine modificato. 

Solo la democrazia sindacale e la solidarietà sociale possono contrastare accordi e processi di precarizzazione e sfruttamento come questi. Per informazioni : tel. 0736-256243; 349-4103507.

14/10/2004





        
  



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