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Il Sincobas accusa la Provincia e l'ARPAM

Ascoli Piceno | La questione è relativa al Palazzo della Sanità.

Dove sono finiti i 300 milioni di vecchie lire, pattuiti per la vendita dell’Arpam (agenzia per l’ambiente) alla Provincia, avvenuta nel 2001, di un’intera ala del terzo piano del Palazzo della Sanità, ad Ascoli ? Perché quella somma, benchè inferiore di due terzi al valore di mercato dell’immobile, dopo tre anni, e come fu promesso non è stata affatto utilizzata per ristrutturare, adeguare e attrezzare in maniera moderna ed efficiente gli uffici, e soprattutto i tre laboratori attivi al Multizonale, impoverendo anche il servizio di professionalità preparate e competenti ? Perché ai lavoratori di quei servizi, non vengono garantite condizioni di sicurezza e lavoro dignitose, e strumenti per poter effettuare controlli e verifiche reali, e non camuffate sullo stato dell’inquinamento dell’acqua e dell’aria nel nostro territorio, impedendo di fatto la tutela ambientale del cittadino ? E perché l’Arpam di Ascoli versa in queste condizioni, senza che il riconfermato Assessore provinciale all’ambiente Massimo Marcaccio faccia niente per impedirlo, mentre l’Arpam di Macerata inaugura nuove strutture e afferma di essere all’avanguardia nel settore ?

Sono tutte le domande che pone all’opinione pubblica e alle autorità competenti il Sin.cobas di Ascoli, sindacato di base che a livello provinciale è coordinato da Andrea Quaglietti. “A quanto a noi risulta, dopo approfondite indagini – afferma Quaglietti – ai dipendenti dell’Agenzia per la protezione ambientale, e in particolare a quelli impiegati nei laboratori di chimica, microbiologia e impiantistica non vengono garantite le condizioni minime per svolgere in maniera utile il loro compito, e questo sia dentro che fuori la struttura. Tre anni dopo la vendita dell’ala alla Provincia, del previsto adeguamento tecnico e funzionale non vi è ancora traccia, con un organico poi che è stato ridotto rispetto a quello necessario ed è nettamente inferiore a quello di altri dipartimenti dell’azienda sanitaria locale. Questa situazione – continua Quaglietti – ha per conseguenza l’impossibilità per molti dipendenti del Servizio multizonale di effettuare efficaci esami e controlli sul territorio per quanto è loro di competenza, lasciando i cittadini esposti al rischio di inquinamenti ambientali di varia natura. Morie di pesci lungo il Tronto e di meduse lungo le sponde della costa, laghi ad alta concentrazione di alghe rosse come quello di Gerosa, dispersione nell’aria di fumi industriali in tutta la zona, scarichi incontrollati : fino a quando si dovrà sopportare un panorama del genere ? Noi chiediamo che venga fatta luce e chiarezza sulla vicenda dell’Arpam – conclude Quaglietti - e su tutto lo stato dell’ambiente nel nostro territorio, nell’interesse dei cittadini e di tutti i lavoratori.”

 

24/07/2004





        
  



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