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“Il senso di colpa del dottor Živago” di Pierluigi Battista presentato a San Benedetto del Tronto

San Benedetto del Tronto | Interesse e partecipazione sabato 10 novembre al Palazzo Bice Piacentini di San Benedetto del Tronto per la presentazione del libro di Pierluigi Battista “Il senso di colpa del dottor Živago”.

di Elvira Apone

la copertina del libro di Pierluigi Battista

Sabato 10 novembre, nell’ambito della XXXVII edizione autunnale della rassegna “Incontri con l’autore”, organizzata dall'associazione culturale "I Luoghi della scrittura" e dalla libreria La Bibliofila con il patrocinio e il contributo dell'Amministrazione Comunale e della Regione Marche, al Palazzo Bice Piacentini di San Benedetto del Tronto, il giornalista e scrittore Pierluigi Battista ha presentato il suo ultimo libro, “Il senso di colpa del dottor Živago” (La nave di Teseo).

 

“Il senso di colpa del dottor Živago”

“Più che una comunione di anime, li univa un abisso che li separava dal resto del mondo”. Così Boris Pasternak, nel suo capolavoro, “Il dottor Živago”, scrive a proposito dell’amore tra Jurij Živago e Lara e, pressoché con le stesse parole, Irina, la figlia di Olga, la sua amante, descrive il legame che c’era tra loro: “Erano uniti da ciò che li separava dal resto del mondo”. Un amore cieco e un po’ folle, appassionato ed esclusivo, un amore che non è soltanto finzione ma che è anche realtà, anzi, che alla realtà si ispira per diventare immortale attraverso le pagine di un’opera senza tempo. Una delle più grandi dimostrazioni di quanto possa essere terribilmente vera la letteratura. Ed è di questo amore, di ciò che nasconde ma anche di ciò che, finalmente, rivela e fa esplodere in tutta la sua disarmante sincerità, che il giornalista e scrittore Pierlugi Battista parla in questo suo ultimo libro, “Il senso di colpa del dottor Živago” (La nave di Teseo), tanto denso e ricco di informazioni quanto delicato e lieve per il modo in cui riesce a regalarle al lettore. Un testo che si legge con curiosità e attenzione, quasi a volerne carpire ogni minimo dettaglio, a volerne esplorare fino in fondo gli affascinanti e sconvolgenti segreti che custodisce e che, di fatti, svela con estrema chiarezza e linearità, in particolare quel senso di colpa che Boris Pasternak nutrì per tutta la sua esistenza e di cui, finalmente, forse proprio grazie all’amore per Olga, immortalata nel personaggio di Lara, si liberò scrivendo “Il dottor Živago”, “l’appuntamento con la verità che aveva sempre rimandato”, come osserva Pierluigi Battista, “l’uscita da una prigione interiore”, usando le parole dello stesso Pasternak.

“Il dottor Živago”, dunque, “diventò per Boris lo specchio su cui riflettere la sua stessa esperienza esistenziale”, una trasfigurazione, quindi, di una lotta interiore che Pasternak visse per quasi tutta la vita, la rappresentazione letteraria di quella doppiezza che lo caratterizzò, impedendogli sia di prendere una posizione netta e inconfutabile a difesa dei suoi amici e colleghi, come Osip Mandel’š  tam, Anna Akhmatova, Vsevolod Mejerchol’d, Marina Cvetaeva, tutte vittime della dittatura staliniana, che, a differenza di lui, avevano avuto il coraggio di far sentire la propria voce decisa e inequivocabile, sia di compiere una scelta sentimentale definitiva, lasciando la sua seconda moglie, Zinaida, e sposando Olga, “la donna che veramente amava”. Così, schiavo di questa doppiezza, che gli aveva garantito per anni un posto privilegiato durante il regime terroristico di Stalin, ma tormentato da un plurimo senso di colpa e fiaccato dai rimorsi e dai rimpianti, frutto di questo suo atteggiamento ambiguo e vile, Pasternak compì il suo vero e indiscusso atto di coraggio, mettendo “la parola fine al romanzo”. E questo atto divenne ancora più eroico nel momento in cui, non potendo pubblicare “Il dottor Živago” in Russia, lo scrittore trovò comunque il modo di farlo leggere al resto del mondo, un mondo inviso al regime sovietico, eppure lo stesso che ne decretò l’immenso successo. Fu, infatti, un coraggioso editore italiano, Giangiacomo Feltrinelli, che, attraverso Sergio D’Angelo, l’uomo che per suo conto lo aveva acquisito, lo pubblicò nel 1957 in prima mondiale fuori dall’URSS, dove sarebbe apparso soltanto trentadue anni più tardi. E per quanto Boris Pasternak sapesse bene quanto caro gli sarebbe costato questo gesto, per quanto lui stesso, consegnando il manoscritto nelle mani di Sergio D’Angelo e firmando il contratto con la Feltrinelli, affermasse di presagire già la propria fucilazione (“Fin d’ora siete invitato alla mia fucilazione, me la faranno pagare cara”), il destino volle, invece, che, ancora una volta, non fosse lui a pagare, sconfitto, nemmeno due anni dopo, da un tumore. Questo suo riscatto morale e intellettuale, che gli valse, l’anno successivo, il Premio Nobel per la letteratura, che, però, le autorità sovietiche gli impedirono di ritirare, venne pagato dalla donna che più di ogni altra lo aveva amato: Olga Ivinskaja, che, già vittima nel 1949 delle torture della Lubjanka e poi degli stenti e delle privazioni del Gulag, per la seconda volta, condannata a otto anni di lavori forzati dopo un sommario processo farsa, si trovò a scontare una colpa non sua, se di colpa si può parlare. “Nessuno sa che sei stata tu a fare tutto questo, io ti devo tutto” aveva scritto in un biglietto Boris Pasternak, consegnandole il manoscritto finale del romanzo, e fu questa confessione d’amore a costituire il principale capo di imputazione. In effetti, senza Olga al suo fianco, che “lo scosse da questo stato di apatia morale”, probabilmente Boris Pasternak non avrebbe mai scritto “Il dottor Živago” e, di conseguenza, non si sarebbe mai riconciliato con se stesso e riscattato dal suo senso di colpa: “ho finalmente provato un sentimento felice ed euforico di calma e di giustizia interiore”.

Così, in questo libro breve, ma intenso, che non solo restituisce a uno dei più grandi capolavori del secolo scorso il posto e il valore che merita nella letteratura mondiale, ma fa anche luce, attraverso elementi ricavati da lettere, memorie, ricordi e documenti biografici e autobiografici, sulle numerose vicissitudini che hanno caratterizzato sia la vita del suo autore che la sua tormentata gestazione, Pierluigi Battista ci offre, con grande onestà e coerenza, una visione completa ed estremamente obiettiva di ciò che ha costituito lo stimolo e ha prodotto la scintilla da cui è nato il romanzo che ha reso celebre in tutto il mondo lo scrittore e poeta russo Boris Pasternak. E forse, riflettendo bene su questa storia tanto vera quanto straordinaria, tanto dolorosa quanto appassionante, Olga una colpa ce l’ha avuta e per questa, soltanto per questa, è stata costretta a pagare un prezzo altissimo: quella di aver amato profondamente e irrimediabilmente Boris Pasternak. “Io ti amo follemente, visceralmente, eternamente” dice Lara-Olga a Jurij-Boris. Anche l’immortalità, anzi, soprattutto l’immortalità, si paga a caro prezzo.

18/11/2018





        
  



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