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Basta promesse, la Regione dia risposte concrete per il potenziamento dell'Emergenza Sanitaria

Ancona | Da anni i medici del 118 marchigiano, in particolare il Sindacato dei Medici Italiani, segnalano le criticità del Sistema dell’Emergenza Territoriale e la necessità che la Regione Marche dia risposte concrete ai problemi di organico, e non solo.

Siamo stanchi - denuncia Santina Catanese Responsabile Regionale dei Medici Convenzionati 118 dello SMI - di ricevere solo false promesse, come quelle fatte dal Presidente Ceriscioli  che oltre un anno fa riuscì a scongiurare lo stato di agitazione dei medici convenzionati 118 del pesarese assicurando  che  avrebbe provveduto a risolvere rapidamente il passaggio a dirigenza dei medici 118 convenzionati inquadrandoli tutti in un unico contratto, con l'obiettivo di garantire stessi diritti e tutele a tutti i medici del 118 a parità di doveri, 
Allo stesso modo, 4 mesi fa dopo l'audizione dello Smi in Commissione Sanità, la Regione non si è, appunto, fatta ancora carico di iniziative normative per transito alla dipendenza dei medici del 118 convenzionati.

"È bene ricordare - spiega Catanese - che quotidianamente questi professionisti sono in prima linea nell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) nel settore dell'emergenza, lavorando fianco a fianco con altri medici che però che hanno un contratto di dipendenza e con i quali condividono la stessa formazione, le stesse capacità, orari, turni, luoghi di lavoro e impegno e abnegazione, ma non gli stessi diritti e le stesse tutele".

Lo Smi sottolinea come un altro impegno della Regione era quello di potenziare la risposta territoriale ai bisogni dei cittadini, aumentando gli investimenti territoriali in sanità. "Numerose le difficoltà segnalate alla Commissione Sanità Regionale - evidenzia Catanese - le criticità riscontrate nella gestione dei Pat e delle Case delle Cure Intermedie, segnalazione di locali non adeguati, dal punto di vista organizzativo anche modalità non condivise sulle procedure da seguire  nei PS PPI PAT con possibili ritardi conseguenti sul soccorso territoriale e sulla qualità delle prestazioni". 

Alla Commissione Sanità Regionale lo SMI ha consegnato a supporto di quanto esponeva, le Linee guida del Manifesto 2016-2018 della Fimeuc ovvero della Federazione Nazionale delle maggiori società scientifiche dell’Emergenza Urgenza e delle Catastrofi, ma  ad oggi ancora  pure queste autorevoli indicazioni restano lettera morta.
"Fu  anche concordato in quella sede - aggiunge la dirigente Smi - la necessità di procedere con l'ufficio Salute della Regione in tempi rapidi a un tavolo tecnico regionale in Comitato Regionale della Medicina Generale per affrontare e risolvere le problematiche sollevate, di fare chiarezza sulle nuove strutture territoriali che sostituiscono i PPI, i punti di primo intervento negli ex ospedali.
Ad oggi nessuna convocazione del tavolo risulta pervenuta".

"La Regione Marche va avanti come se nulla fosse - conclude Catanese - intanto al 'fronte' a metterci la faccia e l'impegno rimangono i medici dell’emergenza (gli stessi “tecnicamente inidonei “, secondo la Regione Marche, all'accesso alla dirigenza medica), e restano i giovani colleghi della Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) che  devono farsi carico, ingiustamente, delle lamentele e del disappunto dell’utenza, cercando di erogare il servizio nel migliore dei modi possibili. Perché è bene ribadirlo la  Regione  non investe un euro in più sul territorio neanche per coprire i bisogni formativi  e di aggiornamento dei medici dell'emergenza e della CA  in molte aree vaste. La Regione Marche avrebbe dovuto rafforzare gli ambulatori specialistici territoriali e la rete dell’emergenza e poi procedere, come ha fatto, alla chiusura dei piccoli ospedali portando avanti tutte le iniziative al fine di una migliore integrazione ospedale-territorio. Era previsto nei Piani Regionali ma il Presidente Ceriscioli ha dato il via ad una politica di tagli in Sanità senza prevedere alternative adeguate e senza risorse economiche certe. Così si va al collasso, altro che eccellenza.

28/07/2017





        
  



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