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Area Vasta 5 Presidio San Benedetto del Tronto: continua il taglio dei servizi essenziali sanitari

San Benedetto del Tronto | Depotenziata la sala operatoria per l'impianto di stimolatori cardiaci

L'ospedale di San Benedetto del Tronto

Continua il taglio dei servizi essenziali sanitari, connessi all'emergenza cardiologica, infatti Direzione dell'Area Vasta 5 continua ad eseguire l'ordine dell'ASUR di abbattere con la scure gran parte della sanità territoriale picena, operando anche su servizi che dovrebbero rappresentare una sicurezza per la salvaguardia della vita dei cittadini e dei turisti.

La scure si sta abbattendo duramente su ambedue gli ospedali dell'Area Vasta 5. Prova ne è la gravissima carenza di personale infermieristico, registrata all'Ospedale di Ascoli (ad esempio, un solo infermiere in turno in Ortopedia per 22 pazienti), ma sul Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto vi è un evidente accanimento,che sta mettendo a rischio la sicurezza degli utenti. La penalizzazione del Centro Trasfusionale della Gastroenterologia, di Otorino, di Ortopedia della Geriatria e l'incertezza del Laboratorio Analisi sono fatti ormai noti.

La Direzione di Area Vasta 5 sta per rendere di fatto impotente la sala operatoria cardiologica per impianto di pacemaker. Dopo il rimodellamento del reparto che prevedeva la centralità ascolana per la presenza dell'emodinamica, si erano date rassicurazioni sulla continuità di prestazioni di emergenza urgenza, con la formazione di una cardiologia riabilitativa e una "task force" connessa strettamente alla medicina d'urgenza, che avrebbe rassicurato su interventi vitali che non sono solo quelli di natura ischemica, come l'infarto. Ora con la paventata abolizione del Responsabile di UOS per l'elettrostimolazione, che in ragione di ciò si è determinato al pensionamento, si rende di fatto inidonea, per le richieste finora esautorate, la sala operatoria, che vede un'unica figura dedicata residua. Si rischia così di togliere la possibilità in una zona ad alta vocazione turistica, di poter intervenire tempestivamente e adeguatamente su arresti cardiaci e blocchi cardiaci, creando un disservizio che potrebbe porre a rischio la stessa vita del paziente.

Cosa accadrà ai turisti portatori di defibrillatori o sistemi di resincronizzazione in caso di malfunzionamento con scariche inappropriate o sposizionamento di elettrodi? Forse, sarebbe il caso di informare i turisti con problemi elettrici al cuore di albergare per maggiore sicurezza, in prossimità di Ascoli Piceno, dotato a tutti gli effetti di sala operatoria e operatori dedicati. Non sempre il tempo è favorevole per il trasporto in Ascoli di un paziente che necessita di stimolazione elettrica, anche se fornito di stimolatore transtoracico. 

Certamente alcune scelte illogiche, dettate dalla necessità del razionamento e dei tagli voluti dalla regione marche, influenzeranno negativamente non solo la vita dei cittadini di S. Benedetto del Tronto ma rischiano di penalizzare anche il suo comparto turistico.

E che dire della mobilità passiva che si verrà a creare verso l'Abruzzo? Hanno fatto bene i conti i vertici della regione nel rispetto della spending review? La possibile abolizione della figura medica responsabile della sala impianto pacemaker dell'Ospedale di S. Benedetto, priva più di mille pazienti operati per impianto di stimolatori cardiaci, tutti finora garantiti nel controllo semestrale e nelle complicanze prevedibili, di un riferimento come fino ad oggi assicurato.

Questa Organizzazione Sindacale continuerà senza sosta ad informare i cittadini di Ascoli e S. Benedetto del Tronto del tragico destino sanitario delle due strutture ospedaliere del piceno ma anche di quelle territoriali e residenziali, che in questa fase sconsiderata di tagli sono oggetto di soppressione e ridimensionamento alla faccia della sicurezza della salute ed in qualche caso della sopravvivenza delle persone.

07/05/2014





        
  



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