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Commento a La bicicletta volante, di Fabio Giallombardo

San Benedetto del Tronto | Gli alunni del classico occupano buona parte dei posti della sala, uniformemente; nelle ultime fila, gli insegnanti formano un blocco compatto, dal quale esibiscono le loro facce più serie.

di Chiara Tremaroli


L'unico professore in piedi, invece, è raggiante: accoglie gli ultimi arrivati, saluta tutti, parla con gli organizzatori dell'evento, si sfrega le mani mentalmente. Quando il locale si riempie completamente, prende posizione dietro il tavolo da conferenza; il brusio, già leggero, cessa del tutto.

Fabio Giallombardo, professore del liceo classico Giacomo Leopardi, ha presentato il 27 aprile il suo primo romanzo, "La bicicletta volante", di fronte ai suoi vecchi e nuovi allievi, che sono accorsi in gran numero nonostante il giorno festivo. Dimostrando grande interesse e solidarietà, o magari per paura di qualche interrogazione a sorpresa, file di ragazzi hanno ascoltato il suo commento con il libro tra le mani, per poi ricevere un autografo con dedica al termine della presentazione.

A colorire l'evento sono intervenuti l'attore Alessandro Rugnone e la moglie dell'autore, recitando passi del romanzo che hanno regalato ai vari personaggi una graditissima sfumatura teatrale. La bicicletta volante è il romanzo di una vita, passata tra Sicilia e Marche, nel quale riflessioni ed esperienze personali si fondono con eventi estranei, ma realmente accaduti, nella Palermo degli anni '90 e del nuovo millennio. Due famiglie agli antipodi della società, una luccicante di lusso e perbenismo, l'altra ferina, dedita a prostituzione ed incesto tra le mura della miseria più nera. La Mafia tesse il filo invisibile che collega le due famiglie, l'oppressione è il colosso che unisce i protagonisti nella lotta per le proprie scelte libere, contro una società che si crede destinata ad un futuro già scritto. Un romanzo a tratti triste, a tratti speranzoso, che curiosamente non sa di agrodolce.

Su quasi tutte le pagine impera uno stile figurato e a ghirigori, classico del meridione, che l'autore carica di riflessioni e gergo dialettale. Il risultato è piuttosto pesante e di non facile scorrimento, ma questo difetto viene sapientemente aggirato trasformando la narrazione nel diario di un uomo colto. Grazie a questo espediente, lo scrittore giustifica una scrittura troppo articolata come imperfezione tecnica del personaggio stesso, rendendolo così, paradossalmente, molto più realistico. D'altro canto, nel libro non mancano pagine diaristiche di assoluta e splendida semplicità, attribuite al personaggio di Rosalia. Rosalia, pulla dal viso d'angelo, è forse il carattere più forte del romanzo, l'unica alla quale la vita non riesce a togliere speranze e candore, elementi essenziali per migliorare il proprio futuro, anche se gli esiti non sono sempre felici.

Il romanzo è uno scorcio di forte impatto sui problemi della Sicilia, dei quali la malavita è solo la punta; quello che permette alla Mafia di sopravvivere è, infatti, la società con cui convive: ignoranza e povertà estrema, rassegnazione, e soprattutto un modello di famiglia patriarcale, dove un figlio è destinato fatalmente a seguire le orme del padre. Questo, più di ogni altra cosa, si accanisce contro il protagonista, strangolandolo.
Ma se la Legge si schianta contro la realtà del mezzogiorno, l'istruzione si insinua delicatamente tra le crepe e crea uno spiraglio sul futuro. La conoscenza, unita ad una coesione tenace, che non tiene conto del censo e della posizione sociale, mina le basi di un sistema immobile e stagnante.

Sebbene i protagonisti vengano schiacciati e derisi da quel sistema, non viene tuttavia menzionata la sorte di molti altri ragazzi che li hanno presi a modello. Se una persona sola non può combattere una società sbagliata, può però piantare le radici per chi arriverà dopo, farlo crescere e moltiplicare, finché esso stesso non diventerà una nuova e migliore realtà. In questo frangente, Giallombardo ha ben saputo riportare la sua esperienza di insegnante volontario ai ragazzini di strada palermitani, della quale conserva tuttora retaggi nel metodo di insegnamento. In conclusione, La bicicletta volante è un romanzo un po' autobiografico, un po' di denuncia; così come per l'autore, ispira sentimenti contrastanti, che rendono difficile dire oggettivamente quali siano i difetti e quali i pregi. Il libro più furbo che abbia mai letto.

02/05/2014





        
  



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