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Il PD domani in piazza a sostegno dei giovani precari

Ascoli Piceno | Il capogruppo provinciale Mandozzi conferma la propria adesione alla manifestazione di sabato.

Emidio Mandozzi

Il Partito Democratico, e nella fattispecie il Gruppo consiliare della Provincia di Ascoli Piceno, abbraccia la protesta dei precari e sarà al loro fianco domani, sabato 9 aprile, "per dire basta ad una situazione davvero non più sostenibile in un Paese che vuole continuare ad essere civile".

"In Italia come nel nostro Piceno - sostiene Emidio Mandozzi, capogruppo PD alla Provincia - la precarietà (di una vita dignitosa) è purtroppo diventata la norma e la precarizzazione del lavoro l'unica chance che siamo in grado di offrire ai nostri giovani".

Una generazione precaria, afferma Mandozzi, quella dei nostri figli e nipoti: senza lavoro, sottopagati o costretti al lavoro invisibile e gratuito, condannati ad una lunghissima dipendenza dai genitori. La precarietà per loro si fa vita, assenza quotidiana di diritti: dal diritto allo studio al diritto alla casa, dal reddito alla salute, alla possibilità di realizzare la propria felicità affettiva. Tanto più vero per le giovani donne, su cui pesa il ricatto di una contrapposizione tra lavoro e vita.

"Nel Piceno in crisi - continua Mandozzi - l'unica forma di occupazione è quella precaria e sottopagata. E' precario (e ricattabile) il giovane diplomato e laureato che si avvicina al mondo del lavoro, è precario (e ricattabile) il giovane lavoratore assunto "a chiamata" per qualche giorno a settimana o al mese nelle poche realtà industriali rimaste in loco e che ancora riescono ad assumere personale, è precaria (ed ancora più ricattabile) la giovane donna che ha necessità di un lavoro purché sia. Non dobbiamo più essere disposti a vivere in un Paese così profondamente ingiusto. Lo spettacolo indecente delle aspettative tradite, delle fughe all'estero per cercare opportunità e garanzie che in Italia non esistono, non è più tollerabile. Come non sono più tollerabili i privilegi e le disuguaglianze che rendono impossibile la liberazione delle tante potenzialità represse; non sono più tollerabili i ricatti (spesso subdoli) e la schiavitù da raccomandazioni e clientele".

Il PD ribadisce che i giovani debbono pretendere un Paese che permetta a tutti di studiare, di lavorare, di inventare. Che investa sulla ricerca, che valorizzi i talenti, che sostenga economicamente chi perde il lavoro, chi lo cerca e non lo trova, chi vuole scommettere su idee nuove e ambiziose, chi vuole formarsi in autonomia. Vogliamo un paese che entri davvero in Europa.

Conclude Mandozzi: "I nostri giovani vogliono riprendersi il loro tempo, vogliono scommettere sul presente ancor prima che sul futuro, ed hanno intenzione di farlo adesso. Il Pd è con loro in questa che è senza dubbio una battaglia di civiltà".

08/04/2011





        
  



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