Dieci anni fa, nel 1996, con un rudimentale banchetto in viale Moretti, raccolsi 883 firme in poche ore. Per me, giovane “tavolinaro” referendario, era un miracolo. Ricordo bene che si formò una lunga fila, e che in molti chiamavano amici e parenti per accorrere a firmare: chiedevamo le dimissioni e la messa in stato d’accusa per l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.

Le firme raccolte in tutta Italia furono centinaia di migliaia; i principali organizzatori furono “Il Giornale” di Vittorio Feltri e il movimento radicale che nel 1992, inspiegabilmente, lo indicò al vertice del Quirinale e che oggi, ancora più inspiegabilmente, siede al suo fianco e al fianco di Romano Prodi, Antonio Di Pietro, Paolo Cento, Francesco Caruso, Gerardo D’Ambrosio.

Non potevo mancare all’incontro di ieri con Scalfaro, per il quale il centro destra ha volutamente evitato inopportune ed inutili contestazioni; il giudizio della maggioranza degli italiani è già chiaro e riconosciuto: Scalfaro è stato il peggior Presidente della Repubblica nella storia d’Italia.

Tristi quelle improvvisate manifestazioni di stima da parte di chi, a seguito di qualche ingannevole dirigente di partito, non sa bene a chi ha rivolto il proprio applauso. Il triste applauso riguardava:
▪ un uomo che non fu garante della costituzione ma, troppo spesso, al di fuori di essa.
▪ un uomo che, abusando delle proprie prerogative, esercitò un mandato presidenziale di parte: all’indomani della vittoria del Polo nel 1994 fu tutt'altro che spettatore nel “ribaltone” ma parte attiva sia nella fase ideativa sia in quella esecutiva, opponendosi alla sovranità popolare.
▪ un uomo che decise di nominare Antonio Fazio ai vertici della Banca d’Italia.
▪ un uomo che intervenne infelicemente e, soprattutto, tardivamente nel caso Moro.
▪ un uomo che ebbe il coraggio di picchiare pubblicamente una donna (Edith Mingoni Thoussan) perché troppo scollata.
▪ un uomo che attraverso le Corti d’Assise Straordinarie (decreto del 22 aprile 1945) chiese in prima persona ed ottenne la morte di Enrico Vezzalini e, secondo molte fonti, di altri 18 italiani.
▪ un uomo che, in concorso con l'ex capo della polizia Vincenzo Parisi, e con l’ex direttore del Sisde Riccardo Malpica, ha ammesso di aver ricevuto fondi neri dal Sisde per un ammontare di 14 miliardi e 350 milioni di lire.

Non serve andare oltre. Ieri alcuni ragazzi, ignari e strumentalizzati, e alcuni dirigenti di sinistra, consapevoli dei fatti, hanno applaudito quest’uomo. Che i dirigenti continuino pure a spellarsi le mani; ma quei ragazzi, che siano lasciati liberi di studiare la vera storia del nostro paese.


*Candidato Sindaco