Si riunisce il consiglio provinciale e viene approvato il programma per le attività estrattive dopo un lungo lavoro da parte della giunta e del presidente della provincia Massimo Rossi, che ha studiato e approfondito l’argomento con le aziende del settore.

 

In sostanza il programma “cave” risulta essere bilanciato, per quanto concerne la tutela dell’ambiente e le giuste aspettative delle aziende.

 

La quantità di ghiaia e di sabbia che è possibile estrarre non sono sufficienti al fabbisogno provinciale, ma è pur vero che viene aumentata del 70% la quantità di materiale estraibile dal sottosuolo. Da 460 mila metri cubi si passa a 720 mila metri cubi  l’anno per i prossimi dieci anni, contraddicendo quanto detto dalle aziende circa la perdita dei posti di lavoro.

 

Il programma consente di raggiungere diversi risultati, “consente alle aziende di avere la certezza di programmare l’attività estrattiva per i prossimi dieci anni – dice l’assessore con delega alle attività estrattive Antonio Canzian – rispetta i vincoli naturalistici e paesaggistici, e consente alle aziende impegnate nell’estrazione del travertino di riprendere l’attività lavorativa”.

 

L’estrazione del travertino è un’attività che interessa soprattutto l’ascolano, nonostante ciò i consigliere provinciali di minoranza, compresi quelli di Alleanza Nazionale, non hanno votato a favore di questo programma provinciale.

 

Successivamente viene approvato il regolamento sulla composizione ed il funzionamento della conferenza dei servizi relativa al programma provinciale per le attività estrattive.

 

Il capo gruppo consiliare dei Democratici di Sinistra, del Partito della Rifondazione Comunista, dei Verdi e dell’Italia dei Valori presentano l’ordine del giorno, approvato dalla maggioranza consiliare, circa le iniziative da intraprendere contro il riconoscimento della qualifica di militari belligeranti ai combattenti della Repubblica Sociale Italiana (iniziativa parlamentare S.2244).

 

“L’ordine del giorno presentato e approvato dal consiglio comunale di Firenze, è stato raccolto dalla sinistra giovanile delle Marche – dice il consigliere provinciale Stefano Stracci – l’intento è di portare il documento all’attenzione, alla discussione e all’approvazione nei comuni della provincia picena”.

 

Stracci evidenzia come il riconoscimento della qualifica di militari belligeranti ai combattenti della Repubblica Sociale Italiana, non è altro che il tentativo di cambiare la costituzione, modificando gli articoli non solo dal punto di vista formale, ma nei principi e nei valori fondanti la costituzione repubblicana, tra cui l’antifascismo.

 

Il consiglio ha poi approvato l’ordine del giorno relazionato da Luigi Trivellizzi che impegna il presidente della giunta provinciale ad intervenire presso gli eletti al Parlamento Italiano e gli eletti al Parlamento Europeo nei collegi delle Marche affinché richiedano l’immediato ritiro della direttiva Bolkestein.

 

Inoltre di adoperarsi affinché l’Upi (Unione delle Province d’Italia) si faccia promotrice verso tutte le province italiane di analoghe prese di posizione al fine di chiedere un ampio dibattito parlamentare e un ampio livello d’informazione nel Paese.

 

Con l’approvazione di questo ordine del giorno la Provincia di Ascoli Piceno aderisce fin da subito all’appello lanciato da Attac Italia per una campagna a favore del ritiro della Direttiva Bolkestein e ad aderire e sostenere tutte le manifestazioni che i movimenti stanno organizzando mettendo a disposizione la Sala Consiliare per eventuali iniziative o convegni.

 

“Con questo atto, in cui la minoranza consiliare non ha voluto partecipare, la provincia di Ascoli Piceno esprime la sua preoccupazione circa la gravità dei contenuti della direttiva Bolkestein la quale attacca i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori di tutta Europa, con possibili conseguenze materiali sull’economia locale” conclude Luigi Trivelllizzi.