Il Bilancio comunale non è mai una semplice operazione contabile che, seppure impegnativa per la sua complessità, passa in secondo piano rispetto agli obiettivi politici e programmatici che l’Amministrazione intende perseguire e sui quali ha chiesto ed ottenuto consenso.

 

Ma alla complessità, nel comune di Ascoli Piceno si aggiungono difficoltà, quantomeno a rendere il percorso di preparazione del bilancio trasparente e partecipato.

 

Temi che hanno caratterizzato la campagna elettorale e che sono, al momento, stati traditi dall’Amministrazione che è costretta a ricorrere ai rinvii permessi dalla legge per predisporre uno strumento su cui non è riuscita ancora ad avviare un confronto con la città e con i consiglieri comunali che pure sono chiamati all’approvazione di quel bilancio (la scadenza naturale per il bilancio 2005 era al 31 dicembre, poi prorogata al 31 marzo e quindi, il 24 marzo il Consiglio dei Ministri, ha concesso una ulteriore proroga al 31 maggio).

 

Alla data attuale i consiglieri dispongono dei dati che emergono dalla stampa: una deriva mediatica della democrazia che rende tutto possibile ma nella realtà impraticabile, che sottrae al confronto nelle sedi opportune, con buon pace dei consiglieri tutti, di maggioranza e di minoranza.

 

Il confronto in campo aperto, per la città di pochi, è sempre un rischio, come testimoniano le vicende degli statuti delle società partecipate approdati in Consiglio e che non sono stati riproposti nella seduta successiva “per ulteriori approfondimenti”: eppure erano tutti atti già iscritti all’ordine del giorno del Consiglio del 23 marzo!

 

Il confronto nelle sedi istituzionali è l’anima della democrazia, non solo delle cronache giornalistiche.

 

E comunque visto che solo quello abbiamo, evidenziamo come da quelle informazioni stampa, volta per volta, emergono difficoltà che sono poi riparate miracolisticamente da recuperi finanziari, esaltati da gesta amministrative di qualche assessore. La cosa ci riempie di soddisfazione perché non è giusto mettere in difficoltà città e cittadini.

 

Ma poi ecco che la notizia successiva ridimensiona l’exploit: non sappiamo, ad oggi,  per certo se manchino 3 milioni di euro per far quadrare il bilancio, se il patto di stabilità per l’anno 2004 sia stato rispettato, quando si discuterà in consiglio di bilancio 2005, come si concretizzeranno i programmi proposti alla città, se saranno l’ICI o altri tributi ad aumentare o come speriamo nessuno di questi, ma sappiamo per certo che la riunione della Commissione Consiliare Bilancio prevista per il 14 aprile non si tiene perché non convocata seppure in programma.

 

Non riusciamo a sapere perché risposte non sono mai pervenute, nonostante la cura e l’attenzione politica che il Presidente della Commissione Bilancio profonde con convinzione, tra l’altro, non avendo responsabilità in questo stallo imbarazzante.

 

Il Collegio dei Revisori ha già comunicato al Ministero dell’Economia che il patto di stabilità non è stato rispettato nel 2004, ma qualcuno in Comune grida ad un nuovo miracolo di conti che adesso tornano consentendo il rispetto dei parametri del patto di stabilità: sarebbe buona cosa, ma è vero? Visto che nessuno ce lo comunica ufficialmente nelle sedi istituzionali, speriamo di apprenderlo dalla stampa.

 

I Consiglieri Comunali di minoranza della Commissione Bilancio