Si riunisce il consiglio comunale e vengono presentate 18 interpellanze dai consiglieri comunali: Emidio Catalucci, Nazzareno Firmani, Sergio Cinelli (in merito alla impugnazione della legge istitutiva della provincia di Fermo), Micucci Paolo, Alessandro Galosi, Stefano Corradetti e Mariotti Fulvio.

 

Il presidente del consiglio comunale Valeriano Camela dà tre ore di tempo per esporle e a 20 minuti dalla fine il consigliere comunale Roberto Allevi denuncia alla sessione consiliare e al presidente che il regolamento comunale non prevede più di un’ora a disposizione da dedicare alle interpellanze.

 

Inoltre il consigliere ricorda che è dal mese di novembre non sono stati più convocati consigli comunali. Proseguendo nell’ordine del giorno Umberto Trenta dà le dimissioni da capogruppo consiliare di Forza Italia e al suo posto subentra Stefano Itti.

 

All’unanimità il consiglio comunale approva la vendita degli alloggi comunali ex demaniali di Via Bellini, che sono stati trasferiti gratuitamente all’amministrazione comunale. Il ricavato della vendita ai locati, il cui prezzo è stato definito dalla legge 560/93 è destinato a finanziare i lavori di recupero urbanistico dell’ex caserma Vellei.

 

Dopo di che il consiglio si avventura nelle mozioni “…il riconoscimento del centro storico di Ascoli Piceno quale patrimonio dell’umanità”. Dopo molti interventi e la presa d’atto da parte del consiglio dei ritardi della giunta nel presentare la domanda di adesione in modo ortodosso, le votazioni alle mozioni presentate da Giuseppe Brandimarti e Sergio Cinelli sono rinviate.

 

Nella conferenza dei capi gruppo si cercherà di raggiungere un accordo sul proseguo dei lavori circa “Ascoli patrimonio dell’Unesco” e di recuperare il senso dell’azione proposta 22 mesi fa dall’allora consigliere Stefano Bartocci.

 

La maggioranza si allontana e viene approvata dai presenti in aula l’ordine del giorno presentata da Roberto Mascetti e Carlo Cannella in merito al sostegno delle iniziative utili alla rapida liberazione di Giuliana Sgrena e di tutti gli ostaggi attualmente in Iraq.

 

L’ordine del giorno impegna il sindaco a sostenere tutte le azioni utili alla rapida liberazione di Giuliana Sgrena, con la presenza del Gonfalone alle manifestazioni che ne chiedono la liberazione e a farsi promotore della salvaguardia dell’articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, chiedendo il ritiro immediato delle truppe di occupazione e la ripresa del dialogo e della diplomazia internazionale.

 

All’appello nominale avvenuto dopo 15 minuti in aula erano tutti assenti meno che il presidente del consiglio, quindi la seduta è stata sciolta per mancanza di numero legale. Adesso c’è una controversia dato che non è chiaro se l’ordine del giorno sia efficace, in quanto al momento della votazione non è stato chiesto il numero legale ma pare che ci dovrebbero essere comunque la metà più uno dei consiglieri in aula.