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"Nati sotto contraria stella" trasforma Shakespeare ed è memorabile

Ascoli Piceno | Magico lo spettacolo di Leo Muscato, ispirato a "Romeo e Giulietta", presentato in anteprima nazionale al Ventidio Basso venerdì 18 febbraio.

di Andrea Castelli

foto nati sotto contraria stella

Trasformare una delle più tragiche e sicuramente la più famosa delle tragedie di Shakespeare in una commedia, anzi, in qualcosa che faccia ridere, e poi pretendere che lo spettatore giunga soddisfatto e appagato, senza storcere il naso all’uscita del teatro non è impresa facile.
Ma è proprio questa la straordinarietà dell’impresa che è riuscito a compiere il regista Leo Muscato insieme ai sette mostri di bravura del palcoscenico.

Un adattamento che nel corso dei mesi è stato, come dice lo stesso regista, “ un continuo aprirsi allo stupore”.

Lo stupore di avere sotto agli occhi qualcosa che nasceva e si sviluppava incontrollatamente fino a generare quello che è stato lo spettacolo visto ieri sera.

In anteprima nazionale ieri (18 febbraio) proprio in quel di Ascoli Piceno, lo spettacolo dal titolo “Nati sotto contraria stella ovvero La dolorosa storia di Giulietta e del suo Romeo impunemente interpretata da comici trasformisti specialisti del teatro di ricerca e in comparsate”, e il lungo titolo racchiude meglio di qualunque spiegazione l’essenza della rappresentazione, vede avvicendarsi sul palco sette comici, che provano a raccontare  al pubblico la storia dei due innamorati, sapendo che è nota, ma caparbiamente tentano l’impresa.

“Nel più autentico spirito Elisabettiano”, la vicenda viene raccontata come si tornasse indietro nel tempo, ovvero tutti attori maschi, e ognuno di loro interpreta più di un ruolo, anche i femminili.

Geniale la forma di interazione fra gli attori stessi, che tra continui cambi d’abito per entrare nei panni di più personaggi, si rubano le battute, bisticciano, e convinti di essere degli eccellenti interpreti, non si rendono conto di sfociare nel grottesco esternando le loro rivalità, in questo tentativo di raccontare una storia tragica d’amore.

Interazioni che sfociano spesso in una sorta di dimensione meta-teatrale.
Come quando la balia petulante di Giulietta racconta per l’ennesima volta lo stesso episodio dell’infanzia della sua “bambina” (episodio che ricorrerà come un’ombra durante tutta la rappresentazione), ed entra il narratore in scena intimandole di smetterla.

Magistrale l’interpretazione degli attori, tutti di grande esperienza e di maestosa bravura.
Eccezionale l’interpretazione di Ernesto Mahieux, già vincitore di un David di Donatello per “L’imbalsamatore”, che interpreta con la stessa grazia Mercurio e Madonna Capuleti, così come Frate Lorenzo.

Bravissimi Ruggero Dondi nella parte di Giulietta, Salvatore Dandolina, attore “d’avanguardia” nella parte di Romeo, Pierfrancesco Loche nel ruolo della balia, di Benvolio e del Frate, Marco Gobetti, nei panni del padre di Giulietta, di Baldassarre, e anche lui del frate, e infine un grande Giordano Mancioppi, che offre la sua esperienza di direttore di palcoscenico per interpretare Tebaldo e Paride, con una leggerezza e spontaneità rare.

Un plauso particolare a Dario Buccino, musicista e compositore delle musiche originali, che con la sua chitarra ed altri strumenti si è reso colonna sonora vivente, suonando e interpretando per le due ore di durata dello spettacolo.

Originali le scene,curate da Carla Ricotti, montabili e smontabili a piacere degli attori quasi a ricordare un atmosfera vagamente bohemien, da cui da tutto si può realizzare tutto.
Come il celebre balcone di Giulietta ricavato da due tende e due bidoni con una tenda innalzata da un bastone.

Gli attori all’inizio dello spettacolo si sono prodigati in un discorso preventivo al pubblico, anticipando che la loro specialità è distruggere storie.

Ma raccontando questa sono riusciti a creare qualcosa di unico, uno spettacolo magico, dove si ride nella tragedia e della tragedia, creando momenti però assai toccanti incastrati alla perfezione con altri più leggeri ma non meno intensi.

Non hanno distrutto una tragedia, ma probabilmente hanno creato qualcosa di prezioso che non sarà facile dimenticare.

20/02/2005





        
  



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