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"Non è stata una scelta ideologica come qualcuno ha scritto ma una scelta etica"

Ascoli Piceno | Legambiente:" il consiglio provinciale aperto sull’acqua è stato un’occasione importante di confronto democratico"

di circolo Legambiente di Ascoli Piceno

Il Consiglio Provinciale aperto che si è svolto lo scorso 10 Febbraio ad Acquasanta –SCRIVE Legam,biente in una sua nota- ha rappresentato per tutti noi un’importante occasione di confronto e un momento alto di democrazia partecipata. 
 
Legambiente ha sostenuto con convinzione la scelta del Presidente della Provincia Massimo Rossi di fermarsi a riflettere sulla concessione della sorgente di Arquata, di esaminarne attentamente tutti gli aspetti.
 
Quella del Presidente Rossi non è stata una scelta ideologica, come qualcuno ha scritto, ma una scelta etica: ci sono dei validissimi motivi per non privatizzare le nostre sorgenti, per considerare la disponibilità di acqua a tutti gli effetti un diritto umano.
 
Chiunque sia a conoscenza del fatto che uno dei tanti litri di acqua che noi sprechiamo ogni giorno consentirebbe a un abitante di alcune zone dell’Africa di sopravvivere per almeno un giorno, non può non porsi il problema. L’acqua, purtroppo, non è più una risorsa illimitata, ma una risorsa esauribile, per cui deve per forza di cose rimanere un bene di tutti, a disposizione di un’intera popolazione.
 
E’ necessario dunque salvaguardare questa risorsa così preziosa anche nel nostro territorio, facendo sì ad esempio che la società mista che si andrà eventualmente a formare tra il CIIP ed un privato non possa un domani decidere di vendere la propria concessione, e quindi il diritto di utilizzare l’acqua della sorgente di Arquata, a una delle grandi multinazionali dell’acqua.
 
Bisogna evitare inoltre che questa concessione diventi un pericoloso precedente, che renda impossibile poi all’Amministrazione negare la concessione ad altri soggetti che ne hanno già fatto richiesta.
 
Detto questo, però, comprendiamo anche lo stato d’animo della popolazione di Arquata, che vede in questo stabilimento per l’imbottigliamento dell’acqua un’ancora di salvezza per un territorio sempre più povero e sempre più spopolato.
 
Se la mancata concessione significa mettere in ginocchio un intero territorio, anche questo richiede una riflessione etica, un’analisi costi (ambientali)--benefici (occupazionali). Ecco, valutiamo bene tutti questi aspetti, prima di decidere.

12/02/2005





        
  



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