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“Principi ed Indirizzi sull’uso delle risorse idriche del territorio Piceno”

Ascoli Piceno | Un’ampia partecipazione di cittadini a dimostrazione che l’amministrazione provinciale accetta il confronto con i cittadini della provincia picena indicendo i consigli aperti

di Federico Biondi

Il consiglio provinciale aperto nel pomeriggio di giovedì 10 febbraio ha affrontato la seconda parte della sessione di lavoro “Principi ed Indirizzi sull’uso delle risorse idriche del territorio Piceno”. Per l’occasione erano presenti i consiglieri e la giunta provinciale, oltre a molti cittadini del comune di Arquata del Tronto.
 
Da ricordare che non è il primo appuntamento che l’amministrazione provinciale propone sul territorio provinciale per sondare e far partecipi i cittadini alle problematiche a loro più care.
 
Molti gli interventi ma il più atteso è stato quello del Sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci che riconoscendo i risultati ottenuti fino ad ora dall’attuale amministrazione provinciale e da quella passata illustra i problemi del comune di Arquata del Tronto.
 
Il sindaco individua la viabilità e la disoccupazione tra le principali problemi dei cittadini di Arquata e quindi l’opportunità di impiantare un’azienda per l’imbottigliamento dell’acqua che sgorga dalle sorgenti montane appare una soluzione per risolvere almeno parzialmente il problema occupazionale.
 
Petrucci vuole comunque un segnale dall’amministrazione provinciale che ne dimostri la volontà nel realizzare questo ambizioso progetto. Dello stesso avviso il consigliere regionale Guido Castelli ricordando che il progetto era stata una battaglia comune della destra e della sinistra per le genti della montagna.
 
Inizialmente il progetto è stato elaborato dall’ex sindaco di Arquata del Tronto Guido Franchi, il presidente del Consorzio Idrico del Piceno Speranza e il presidente della Provincia di Ascoli Piceno Pietro Colonnella tutti di centro sinistra e poi portati avanti dal nuovo sindaco di Arquata e dal nuovo presidente del Consorzio Idrico del Piceno entrambi di centro destra.
 
Il segretario provinciale della Cgil invita alla riflessione i presenti dicendo che il problema non è tanto l’imbottigliamento dell’acqua ma nel fatto, che nessuno ha spiegato bene, di come sarà governata questa scelta dato che è consecutiva la costituzione di una società con la partecipazione dei privati.
 
Questo significa che può succedere che la società per fare quadrare i conti non dia un lavoro stabile alla maggioranza dei nuovi impiegati o ricatti la collettività per una maggiore produzione magari sottraendo risorse pubbliche in tempo di siccità.
 
L’industria dell’acqua minerale che si vuole ad Arquata del Tronto può comportarsi come le altre industrie presenti nel territorio piceno e italiano che oggi licenziano o propongono ai lavoratori contratti a tempo determinato perché in crisi di competitività.
 
“Non è possibile che l’amministrazione pubblica preveda quello che può succedere tra 10 anni e pensare con certezza di governare il mercato – dice Emidio Celani e aggiunge – oggi non è dato sapere se le scelte fatte dagli amministratori precedenti siano giuste o sbagliate anche se sono state fatte per lo sviluppo del territorio”.
 
C’è anche chi interviene e dice che l’Iter burocratico è avviato e quindi è necessario andare avanti nel rispetto delle norme.
 
Il consigliere comunale di Arquata del Tronto Amadio Bernardina interviene e ricorda quando c’erano piccole fabbriche nel territorio arquatano, le piazze dei paesi erano popolate di gente, c’era più vita e la costituzione della fabbrica rappresenta un’opportunità per un nuovo futuro.
 
Guido Franchi l’ex sindaco di Arquata del Tronto afferma che d’estate quando in riviera c’è bisogno di acqua si fa di tutto per aumentare la portata, si usano anche misure artigianali, altro che i 12 litri a secondo che occorrono alla fabbrica!
 
“E’ un problema che sentiamo tutti ed invito ad una riflessione con il cuore” dice Franchi con l’approvazione e l’applauso del pubblico.
 
Un responsabile di Lega Ambiente fa una riflessione dicendo che molti giovani in Italia sono in cerca di lavoro e in attesa di prima occupazione, ma la scelta a cui si trova di fronte il consiglio provinciale è di valore etico “ vendere acqua a chi non ne ha perché inquinata non so fino a che punto è corretto”.
 
Se per esempio a Bologna, Perugia, Modena ed altre città italiane non si può bere l’acqua del rubinetto perché non potabile o poco potabile, non si può risolvere il problema vendendo alla popolazione acqua imbottigliata magari ad Arquata, ma occorre risolvere il problema potabilizzando l’acqua alla fonte, solo così si può fare un’azione moralmente e civilmente corretta. 

11/02/2005





        
  



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