“Si può fare molto di più: bloccare i  prezzi dei prodotti sia a marchio Conad che non, riducendo il personale dei propri magazzini; essere più  competitivi sul mercato terziarizzando il personale che attualmente lavora nei magazzini della provincia di Ascoli Piceno e nel nuovo magazzino aperto a San Salvo (Ch); aprire una procedura di mobilità per il personale  in esubero che non accetti la terziarizzazione; ma accettare la terziarizzazione significa perdere ogni mese  circa 400 euro, metà della tredicesima, metà della 14/ma e metà del tfr, perdere contributi, perdere il diritto di riassunzione in caso di licenziamento senza giusta causa,  lavorare a 160 km da casa.

Per anni alle assemblee di bilancio, la classe dirigente Conad ha sempre dichiarato “dobbiamo crescere  per essere competitivi e per far sì che in questa azienda si possa raggiungere tutti insieme la pensione”.

La Conad dalla sua costituzione ha sempre riconosciuto nel fattore lavoro un elemento essenziale su cui investire per vincere la sfida competitiva  al punto di stipulare con i lavoratori  un contratto integrativo volto al raggiungimento di obiettivi di produttività e competitività per la garanzia e l’incremento della base occupazionale.

Oggi Conad ha abbandonato i propri lavoratori, quegli stessi dipendenti  ai quali era stata garantita la conservazione dell’occupazione presso i magazzini di Monsampolo del Tronto e Centobuchi.

Non è tutto: Conad esce  sulle testate giornalistiche e su Rai 3 Regione, perché l’immagine di questa cooperativa non venga da questa vicenda indebolita e la colpa ricada sui dipendenti.