Il Presidente regionale, Massimo Rossi, è intervenuto sulla proposta di legge regionale sulle risorse idriche sottolineando: "Riscontro con  piacere che il Consigliere  Regionale Franca Romagnoli è d’accordo con me sulla necessità della gestione pubblica delle risorse idriche  e sulla  destinazione di importanti quote delle tariffe per attività di sostegno della montagna e delle sue popolazioni, così come proposto nella legge regionale sulle acque.  Sono invece sinceramente perplesso su alcune  difficoltà di interpretazione  della norma regionale  ed anche  lessicali, mostrate dalla Romagnoli, che, peraltro, di professione fa  l’avvocato. Sulla stampa il consigliere ci ricorda infatti che la Provincia “pre-dispone e attua gli atti di competenza  delle Autorità d’Ambito, nonché le ricognizioni, le indagini ed ogni altra attività a ciò finalizzata” e cura “il procedimento di affidamento del servizio idrico integrato, ivi compresa la stipula della convenzione con il soggetto gestore”.

Ebbene la Provincia pre-dispone, ovvero dispone “prima”, gli atti di competenza dell’Autorità d’Ambito cioè della  Conferenza dei sindaci   e quel “prima” significa  che la decisione di approvazione compete, quindi,  esclusivamente alla stessa Conferenza dei  sindaci, di cui il presidente della Provincia fa parte.  In sostanza pertanto chi decide il Piano d’Ambito delle risorse idriche ? chi decide le modalità di affidamento della gestione ? Il Presidente della Provincia, oppure i Sindaci di Ascoli Piceno, di Fermo, di San Benedetto ecc ? La norma regionale  afferma con chiarezza che a decidere è l’Autorità d’Ambito, ovvero la conferenza dei Sindaci.

Alla Provincia, quale ente territoriale di area vasta, compete la gestione sulla base della programmazione e degli indirizzi    stabiliti dall’Autorità d’Ambito. Punto. La Romagnoli pertanto, non solo non “colpisce nel segno”, ma tira a casaccio.

La proposta di legge regionale non espropria certo la sovranità dei comuni, anzi la conferma. Per la verità  un taglio c’è, nella proposta di legge, ma è un  taglio che condivido pienamente, ed è quello relativo ai circa 70 posti di Consigliere di Amministrazione e di revisore degli ATO ( Ambiti Territoriali Ottimali ),  i cui costi ricadono totalmente sulle spalle  dei  cittadini,  attraverso le bollette, per un importo ampiamente superiore al miliardo di vecchie lire ! Spero bene che  la Romagnoli non sia per  il mantenimento dello status quo, ovvero per il mantenimento di poltrone e prebende ,  e mi auguro che condivida la necessità di una razionalizzazione che consenta ai cittadini di risparmiare ed avere servizi più efficienti, come stabilito dalle leggi di altre regioni, governate sia dal centro-destra che dal centro-sinistra, dimostrando con ciò la bontà di un tipo di percorso su assetti e competenze che va al di là di posizioni politiche preconcette o scelte di campo di natura ideologica".