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Si diffonde lo "Scrigno di Venere", prelibatezza marina della prossima estate

San Benedetto del Tronto | La nuova risorsa per il comparto ittico locale è racchiusa in un mollusco e nelle ricerche di Asteria Srl.

Lo scrigno di venere

Si chiama mollusco bivalve “Scapharca” ed è stata recentemente ribattezzata “Scrigno di Venere” si tratta di un antagonista della vongola nostrana (Chamelaea gallinae).

La valorizzazione di questo bivalve ha valenza, non solo dal punto di vista economico, ma anche ambientale, dal momento che la sua cattura avrà l'effetto di un riequilibrio sulla coesistenza fra le due diverse vongole. La specie ha origine nel sud-est asiatico e si è diffusa nel Medio e Alto Adriatico, in particolare sui fondali ad una distanza di circa due miglia dalla costa compresa tra Porto San Giorgio e San Benedetto del Tronto. L'introduzione della vongola sembra sia dovuta a cause accidentali verso la fine degli anni sessanta grazie alla sua capacità di resistere a basse concentrazioni di ossigeno, in quanto ricca di pigmenti dotati di molta emoglobina.

Le Marche e, in particolare, l'area del compartimento di San Benedetto del Tronto, sono state infatti caratterizzate dalla crisi del settore della pesca alla vongola. Basti pensare che le 105 vongolari iscritte nel '99 alla Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto, si sono ridotte alle attuali 73 unità, di cui 25 sono operanti nel compartimento di Ancona.

Lo studio commissionato dalla Provincia di Ascoli Piceno ad Asteria e finanziato insieme alla Regione Marche, con i fondi SFOP, ha avuto lo scopo di trasformare ciò che poteva essere considerata una condizione svantaggiosa, in un'opportunità per tutto il comparto produttivo. In proposito l'assessore provinciale Massimo Marcaccio ha detto: "Abbiamo raccolto la richiesta di aiuto da parte degli operatori del settore e stiamo cercando con iniziative di questo genere, concrete ed efficaci, di dare un sostegno tangibile alla pesca della vongola. In questo modo abbiamo dimostrato come da un efficace sinergia tra l'amministrazione provinciale e la Regione Marche possono nascere dei processi di sviluppo importanti per un intero settore".


”L'emergenza è stata determinata, spiega Francesco Capocasa, membro del cons. amministrativo con delega alla ricerca e rapp. Con l’università - oltre che da fattori climatici ed ambientali sfavorevoli, anche dalla presenza massiccia della Scapharca, di recente riconosciuta dal Mipaf con il nome commerciale di "Scrigno di Venere". Si tratta di un mollusco bivalve di origine indopacifica che si è diffuso indisturbato diventando antagonista della vongola nostrana (Chamelaea gallinae).”
                                                                                                                                                             
Uno degli obiettivi primari dello studio è stato quello di garantire l'occupazione nel settore, ma anche fornire materia prima all'industria di trasformazione dei prodotti ittici che sempre più si rivolge a prodotti di importazione. Non va poi dimenticato che, attraverso la pesca della Scapharca, si lascia libero spazio alla vongola nostrana con la quale non si trova assolutamente in competizione dal punto di vista organolettico, ma solo dal punto di vista territoriale.

"Il progetto di ricerca, avviato a febbraio di quest'anno, è stato articolato in due fasi: in una prima fase si è proceduto ad un'analisi dettagliata delle qualità nutrizionali del prodotto e delle sue declinazioni nell'ambito gastronomico - spiega la ricercatrice Cinzia Quagliarini, responsabile del settore ittiologia di Asteria - nella seconda fase le ricerche sono state basate sui processi biotecnologici ai fini alimentari. Durante gli studi si è riscontrato, infatti, che la Scapharca, di origine esotica, insediata nel nostro mare, si arricchisce di valore nutritivo.
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al punto di vista nutrizionale lo Scrigno di Venere ha infatti un contenuto in grassi inferiore alle altre vongole e mitili e, per quanto riguarda il contenuto in ferro, essendo ricca di emoglobina, esso è persino superiore a quello della came bovina".

Una volta pescata, inoltre, se conservata a 5°C, resta viva circa dieci giorni favorendone la preparazione e l'esportazione. Nel nostro compartimento la vongola ha trovato un ambiente ideale, migliorando le sue qualità organolettiche e nutrizionali, a differenza della regione pugliese, dove pur essendo di ampio consumo, la sua presenza risulta piuttosto scarsa. La commercializzazione della Scapharca avviene al naturale e possono essere pastorizzate, cotte e messe sottovuoto o sgusciate e surgelate per poi essere degustate in numerose preparazioni gastronomiche.

Alcune industrie hanno anche richiesto il suo utilizzo per l'ottenimento di pesce ricco di Omega 3 e farine di pesce da utilizzare per fini terapeutici, ovvero in qualità di integratori. A tal proposito Asteria sta già progettando delle ricerche che hanno per oggetto procedimenti estratti vi dei principi attivi contenuti nello Scrigno di Venere.

"L'innovazione ha fatto registrare - spiega il Presidente di Asteria, Dante Bartolomei - il coinvolgimento di alcuni consorzi di produttori come Co.vo.pi, Consorzio Vongole del Piceno e Co.a.pe.v., Consorzio Adriatico Vongole, entrambi di Porto San Giorgio a ulteriore dimostrazione di come, un'efficace connubio tra mondo della ricerca e mondo della produzione, possa contribuire all'importante sviluppo di un intero settore".

”Asteria – conclude il Direttore Luca Tarquini – si pone come strumento tecnico di sviluppo per i principali comparti di industrie locali, non solo ittiche ma in genere di tutto quello che riguarda l’agroalimentare”

Inoltre a livello provinciale c’è un riconoscimento all’azienda per la sua importanza strategica nel riqualificare il tessuto economico Piceno.

17/12/2004





        
  



3+1=
Il Direttore Asteria Luca Tarquini

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