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I Marchigiani hanno occhio...di gallo!

| TOLENTINO- Il vino cotto protagonista di 'Tra monti e colline...'

di Loretta Del Bianco

Si apriva con il convegno ‘Tra monti e colline: delizie, profumi e incanti delle nostre terre’ la seconda giornata della rassegna omonima, presso l’Abbadia di Fiastra di Tolentino. Hanno partecipato: Paolo Massobrio (giornalista e critico enogastronomico), Evio Hermas Ercoli (storico, autore del libro ‘Il Cuoco Maceratese’), Luciano Agostini- Assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Giulio Silenzi (Presidente della Provincia di Macerata), Giuliano Bianchi (Presidente del C.C.I.A.A. di Macerata), Emilio Landi (Presidente della Copagri Marche) e Monica Moriconi (Presidente della Cooperativa ‘La Spesa sull’Aia’). Tra gli argomenti di discussione protagonisti sono stati quelli relativi alla tutela delle ‘tipicità’ marchigiane, con particolare riferimento al vino cotto, diventato ormai un ‘must’ dell’enogastronomia locale.
 
A mezzogiorno prendeva il via il primo Concorso gastronomico ‘I Legumi e i Cereali nella nostra tradizione’: un’inedita gara culinaria di primi piatti e piatti unici a base di legumi e cereali preparati da agriturismi, turismi rurali e trattorie tipiche di paese, abbinati ai vini della cantina ‘Belisario’ di Matelica. Dopo l’assaggio della giuria, il pubblico prendeva parte ad un Assaggio-degustazione dei piatti in gara accompagnati dai Vini della Cantina ‘Belisario’ di Matelica.

Questi i vincitori del concorso: primo posto per i Calcioni (preparati con ricotta di pecora e salsa ai funghi porcini) abbinati al vino Bianco dei Colli Maceratesi, preparato dall’azienda agrituristica ‘Il Giardino dei Sapori’ di Recanati; secondo posto per i Quadrelli coi Ceci (tipo di pasta rustica in brodo) preparata dall’azienda agrituristica ‘Da Graziano’ di Loro Piceno; al terzo si classificava ‘La Fattoria’ di Treia, con il Polentone Rincoato maceratese con cavolo croccante; e in fine al quarto posto, i Ravioli alla Pecoraia dell’Agriturismo ‘Villa Le Case’ di Ripe San Ginesio.

‘Nel primo piatto-spiega lo chef Sebastianelli, giurato- c’era il miglior equilibrio tra vino e cibo. E’ stata rispettata la tradizionalità, ma è mancato un po’ di stile nella presentazione dei piatti. Buono il rispetto della stagionalità. Il mio giudizio è ‘più che sufficiente’!’. E il presidente della Provincia di Macerata, Silenzi, in accordo con il giornalista Massobrio: ‘I piatti erano tutti ottimi, ho avuto molte difficoltà a dare i voti.’ Tra i premi in palio, un attestato per i partecipanti e una batteria da fuoco professionale in alluminio della ditta Agnelli per i primi tre classificati.
 
Nel pomeriggio il convegno clou della giornata: “…non che sia rosso, o bianco o giallo, oscuro e limpido: occhio di gallo.” Il vino cotto: poesia e realtà, condotto da Paolo Massobrio. Fra i partecipanti: Ferruccio Luciani (Assessorato all’ Agricoltura), Leonardo Seghetti (docente di chimica enologica presso l’ITA di Ascoli Piceno), Giulio Silenzi, Giuseppe Potentini (enologo). ‘La storia del vino cotto nasce in Grecia- spiega Potentini- prosegue per le strade dell’antica Roma, dove era considerato l’elisir dei legionari, citato da Plinio come vino di fine pasto, fino agli amatori d’élite dei giorni nostri. Ma è un prodotto che si trova da Atri a Senigallia, le stesse terre abitate dall’antico popolo dei Piceni. L’iter per l’ottenimento della DOP è piuttosto complesso: entro il mese di febbraio del 2005 verrà inviato al Ministero dell’Agricoltura tutto il materiale necessario, ma l’ultima mossa spetta all’U.E.’
Con 100.000 bottiglie a 10 euro per i produttori di viccotto il  futuro è tutto in rosa. Questa l’opinione del giornalista Massobrio, condivisa anche dal Presidente della Provincia di Macerata Giulio Silenzi, che aggiunge: “Il vino cotto è uno dei prodotti più tradizionali della nostra terra. Noi oggi dobbiamo mantenere una tradizione in ragione di una politica che punta sulla tipicità. I prodotti tipici non dovranno mai essere industrializzati; quindi, per anticipare gli altri basta essere più competitivi.” Infine, il professor Craglia, della Facoltà di Agraria: ‘A Ripe San Ginesio il vino cotto sa di poesia: da noi si parla de ‘I Fumi Cotti’, un’espressione ispirata ai fumi che esalano dal vino cotto in sobbollizione’.
 
Alle 17:30 prendeva il via il primo Premio Eno-culturale ‘Il Cotto dei Piceni’, dove i produttori di viccotto delle province di Macerata e Ascoli Piceno venivano chiamati a confrontarsi tra loro. In palio una botte in rovere di Slavonia dell’ ‘Artigiano del legno Gattari Renzo Bottaio’.  Dopo il verdetto della giuria, che ha incoronato  vincitrice l’azienda ‘Mattiacci Elio’ di Loro Piceno,  i presenti potevano partecipare a una degustazione guidata di vini cotti, dolci della provincia maceratese, castagne e il cioccolato all’olio essenziale di mandarino della Cioccolateria Marangoni, il miele ‘millefiori’ dell’azienda agroapistica ‘Achilli Emilio’ di Montegiorgio, abbinato a pane, noci e pecorino; la salsiccia al prosciutto, il pluripremiato ciabuscolo al tartufo e la coppa dell'artigiano Franco Properzi di Colmurano (MC) , i prodotti di ‘Nonsolomiele’ di Macerata.
'L'aperitivo, che proponeva salame e vino cotto nello stesso calice, è stato creato dalla macelleria di carne nostrana 'Peppe Cotto' di Loro Piceno.
 
Notevole, inoltre, è stato l’impegno dimostrato dai ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Cingoli (MC) nella gestione della Sala-Ristorante e delle varie degustazioni guidate, nonché la competenza delle ragazze dell'Istituto Professionale 'Pannaggi' di Macerata, hostesses durante i convegni.

28/11/2004





        
  



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