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“Ripensare il fermo biologico senza periodi di completa inattività”

San Benedetto del Tronto | Parla il coordinatore interregionale Federpesca Tonino Giardini: “confidiamo nel nuovo commissario europeo alla pesca Joe Borg”

di Giovanni Desideri

“L’emergenza principale, la vera sofferenza per il mondo della pesca in questo momento è il prezzo del gasolio: la Comunità Europea ritiene che il prezzo praticato in Italia ai pescatori, privo delle accise, configuri un aiuto di Stato alle imprese, una forma di concorrenza sleale verso altre categorie economiche, o di distorsione della concorrenza. Abbiamo avanzato ipotesi di soluzione, ma fin qui senza un esito definitivo.” Parole del coordinatore interregionale Federpesca (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Veneto) Tonino Giardini, che in questa intervista parla anche di Europa, fermo biologico e rottamazione delle piccole imbarcazioni.

Dott. Giardini, circa un anno fa il sottosegretario alla pesca on. Paolo Scarpa Bonazza Buora, in visita a San Benedetto, attribuiva gran parte delle colpe per le difficoltà dei pescatori alla legislazione europea e all’allora commissario Franz Fischler. Condivide quell’analisi?
“Che Fischler non avesse un’idea di che cos’è la pesca nel Mediterraneo è condivisibile. Fischler aveva un’impostazione ambientalista che in generale può andar bene, ma è pericolosa se rimane su un piano teorico e astratto. Certamente Fischler era condizionato dalle esigenze dei pescatori del Mare del Nord, che non sono le stesse dei pescatori del Mediterraneo.”
 
Cosa vi aspettate dal nuovo commissario Joe Borg?
“Borg è di provenienza mediterranea e riteniamo che possa dare maggiori benefici ad un Paese come l’Italia. Poi è ovvio che ci sono delle regole che non possono essere violate. Il problema di fondo è che dal 2000, quando è entrata in vigore la nuova disciplina dei controlli da parte della Comunità Europea, è cambiata anche la sua presenza dentro allo Stato italiano. Prima si facevano delle regole tutte nostre, a volte ragionevoli a volte irrazionali, magari su pressioni delle piazza. Ora gli atti della Regione Marche come di tutti gli enti locali sono controllati dalla Comunità. Alla faccia del decentramento, dico io.”
 
La Comunità Europea è anche il referente per quanto riguarda le sovvenzioni per il fermo biologico. Un tema sul quale il dibattito è sempre molto forte.
“Come Federpesca sosteniamo che quei soldi di Bruxelles non servono. Esistono 200 specie di pesci commerciabili e il fermo ne tutela appena quattro: triglie, mazzole, sogliole e seppie. Attualmente si impedisce a tutti di pescare durante il periodo topico del consumo di pesce, in estate, sguarnendo i mercati. E facendo crollare la pesca italiana, perché è chiaro che quel vuoto viene riempito da commercianti esteri, che poi rimangono sul nostro mercato interno anche d’inverno. Riflettiamo quindi su un nuovo fermo biologico con Bruxelles.”
 
Cosa proponete?
“Noi non vogliamo divieti totali. Proponiamo invece divieti temporanei e limitati alle zone di riproduzione, per tutelare sì il novellame (di triglie, merluzzi, sogliole, ecc), ma senza mai avere periodi di completa inattività per tutti. In questo modo ci renderemmo indipendenti dalle sovvenzioni europee, che peraltro vanno soltanto ai dipendenti e non più agli armatori. Proponiamo anche che il fermo allo strascico imposto nei fine settimana sia esteso a tutti i tipi di pesca.”
 
Rientra in questa logica il divieto di pesca alla Fossa di Pomo?
“L’interdizione nell’area del Pomo è frutto di un accordo tra Italia e Comunità Europea. Il patto risale al 2000 ed è stato attuato due anni fa. Quindi non si tratta di un provvedimento recente. Ma va anche detto che l’area del Pomo, che è la più grande area di nursery d’Italia per scampi e merluzzi, si trova in realtà per 7/10 in acque croate e per 3/10 in acque internazionali. Attualmente ci vanno a pescare tutti, per alcuni mesi all’anno. Il divieto doveva partire il 1° novembre, ma il comitato per la zona di tutela biologica del Pomo, riunito a Pescara il 27 ottobre, ha ottenuto il rinvio dell’attuazione del provvedimento al 1° gennaio. Anche questo divieto rientra nel tema più ampio del fermo biologico di cui parlavo prima, che noi proponiamo di rivedere.”
 
A che punto di soluzione si trova il problema della rottamazione delle piccole imbarcazioni?
“Diciamo che quello della rottamazione a San Benedetto è un problema particolare. Come Federpesca abbiamo appoggiato l’iniziativa della rottamazione, perché la riteniamo un rimedio almeno parziale alla mancanza di una politica di flotta negli ultimi 20 anni. L’incongruenza è stata questa: da una parte si voleva tutelare il pesce sotto costa, dall’altra si sono rilasciati permessi a molte piccole imbarcazioni, che operano in un raggio limitato. E nel contempo si fa un fermo biologico sottocosta. Noi vorremmo ottenere incentivi più alti per la rottamazione, rispetto alle attuali oscillazioni, che in base al tonnellaggio vanno dai 45 ai 100 mila euro. Il problema è trovare la giusta formulazione tecnica per una soluzione a questo problema, da proporre poi a Bruxelles. Quelle avanzate fin qui sono sempre state cassate.”

20/11/2004





        
  



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