“Era qui da qualche ora e stava bevendo del vino” dice uno dei ragazzi che vende i biglietti della lotteria della festa del patrono in Piazza Arringo, infatti è proprio lì che S.F. ha tentato l’ atto estremo.

 

Ha cercato di darsi fuoco, poi si è tagliato con un cutter l’avambraccio mentre ripeteva la frase “tutti mi promettono un aiuto e nessuno me lo dà”. Un atto estremo che solo un uomo disperato può fare infatti recriminava uno sfratto e l’impossibilità di un’altra abitazione.

 

L’uomo, in uno stato di ebrezza, si rivolge al Poliziotto Municipale Silavana Bocchimo e gli dice di far spostare il camioncino che era parcheggiato vicino all’ingresso principale del palazzo dell’Arrengo poichè si doveva dare fuoco.

 

Mentre l’agente gli presta attenzione, S.F. si cosparge di alcool. Sono stati subito chiamati i rinforzi, alcuni agenti sono accorsi a piedi dalle vicinanze. S.F. nel frattempo si sferza un colpo di cutter sull’avambraccio dal quale è fuoriuscita una notevole quantità di sangue.

 

“Aveva una forza incredibile” dice uno degli agenti della Polizia Municipale. Aveva l’accendino in mano e continuamente minacciava di accenderlo su se stesso, intanto la ferita grondava. E li è iniziato un parapiglia. Gli agenti volevano persuaderlo con le buone e soprattutto strappargli di mano sia l’accendino che il cutter ma S.F. preso da  un raptus si è messo a correre per Piazza Arringo.

 

Lo hanno braccato vicino al Duomo  ma si è rialzato, divincolato e ha continuato la sua fuga “circoscritta” nella sola Piazza Arringo. Voleva incontrarsi con il Sindaco per parlare della sua situazione. Nel frattempo arrivavano i poliziotti di quartiere e poi la volante dei Carabinieri sulla quale c’era il Tenente Colonnello Minniti.

 

L’uomo cade a terra esanime. Tutti i presenti increduli. Una scena difficilmente descrivibile. Arriva l’ambulanza e lo mette sulla barella, l’uomo parlava ancora.