Il regista vincitore del premio Oscar con Bowling for Columbine, nel quale illustrava il rapporto del popolo statunitense con le armi da fuoco ed i pericoli e le conseguenze annessi all'argomento, è riuscito ad ottenere un secondo successo di critica con un documentario premiato con la Palma d’oro al festival del cinema di Cannes.

Il secondo lavoro di Michael Moore è una critica all'amministrazione di Gorge Bush, ed in particolare contro la gestione della politica estera americana dopo la tragedia dell'undici settembre. Nella prima parte del documentario il regista si occupa dei presunti collegamenti tra la casa bianca e la tragedia delle twin towers, mentre il resto del film fa luce su inquietanti rapporti tra la famiglia del presidente degli Stati Uniti ed alcune famiglie importanti della zona mediorientale, tra le quali spicca il nome dei Bin Laden.

 

L'intento di Moore, chiaramente schierato contro l'attuale governo USA, è quello di dimostrare che le due guerre in Afganistan ed in Iraq sono state condotte in maniera strumentale per favorire interessi personali del presidente e d'alcune persone a lui vicine usando come pretesto la lotta al terrorismo. Riguardo a questo Moore ha dichiarato: Il presidente è contro i nostri soldati, li ha messi in pericolo solo per riempire le tasche dei suoi amici.