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VI sessione plenaria annuale del Forum delle città dell’Adriatico e dello Ionio

| CHIOGGIA - Il tema trattato sarà “Per lo sviluppo del turismo sostenibile nel bacino Adriatico-ionico”.

Cinquanta città associate o aspiranti, sette nazioni coinvolte, cinque anni di lavoro per lo sviluppo futuro e l’integrazione della Comunità adriatica sulla base di profondi e comuni radici culturali.
 Il 16-17 settembre si svolgerà a Chioggia la VI assemblea plenaria del Forum delle città dell’Adriatico e dello Ionio sul tema: “Per lo sviluppo del turismo sostenibile nel bacino adriatico – ionico”.
 
Con la regia di Fortunato Guarnieri, Sindaco di Chioggia e Presidente del Forum e del Segretario del Forum Bruno Bravetti, numerosi saranno gli specialisti e gli amministratori locali che si impegneranno con comunicazioni specifiche come il prof. Giorgio Praderio dell’ Uniadrion (Università virtuale del bacino adriatico – ionico), il prof. Renato Novelli dell’Università politecnica delle Marche che sta seguendo un progetto di turismo sostenibile nell’area Durazzo – Valona in Albania; la professoressa Ljerka Simunkovic dell’Ateneo di Spalato che approfondirà il tema delle comuni radici culturali; il prof. Janez Sirse dell’Università di Ljubljana; Paolo Meucci vice-direttore dell’ufficio per l’Italia del Parlamento Europeo; il vice Sindaco di Patrasso Demetrios Pefanis; Enzo De Biasi dell’Università Cà Foscari di Venezia ed altri.
 
Porteranno il proprio contributo, tra gli altri, il Ministro del Turismo della Repubblica Croata, Bodizar Kalmeta, già Sindaco di Zadar; il Sindaco di Venezia Paolo Costa, Parlamentare Europeo; l’Ammiraglio Roberto Patruno direttore del REMPEC, Centro di Intervento per la Gestione delle Emergenze da Inquinamento del Mediterraneo con sede a Malta; Massimo Serafini Legambiente - Portavoce di “Goletta Verde”, Augusto Bocchini Presidente del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio;  Victor Magiar responsabile del Dipartimento relazioni internazionali dell’ANCI  (Associazione Nazionale Comuni d’Italia);  Ferdinando Fabbri Presidente della Provincia di Rimini impegnato nel progetto “Life ambiente”; Alberto Scheriani  vice Sindaco di Capodistria (Slovenia), Anka Vojvodic Sindaco di Bar (Montenegro) vice Presidente del Forum.
 
Ne è passato di tempo, dal primo appuntamento ad Ancona, nell’aprile del ’99, quando il capoluogo marchigiano fece una scommessa, con il supporto dell’Anci, per la creazione di uno strumento permanente di coordinamento degli enti locali che si affacciano sulle due sponde e contemporaneamente, per la ripresa del dialogo politico, sociale, culturale di città tradizionalmente legate da uno scambio continuo.
 
 Il  Forum si è riunito ogni anno alternativamente su una sponda diversa, ritagliandosi un ruolo preciso di punto di riferimento del dialogo politico e istituzionale in Adriatico. Un dialogo che, ha assunto connotazioni più incisive: si pensi, anche, al sorgere del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio, agli scambi commerciali attivati, ai gemellaggi.
 
1999-2004: dalla Carta di Ancona, che stabiliva i principi fondanti del Forum e la prima collaborazione istituzionale degli enti coinvolti mentre ancora l’area balcanica era scossa dalla guerra, alla risoluzione di Split l’anno dopo, che stabilì l’assoluta, condivisa necessità di potenziamento delle infrastrutture e di una strategia comune dei trasporti oltre che del sistema multimodale: si parlò molto anche di quel “Corridoio Adriatico”, asse multimodale considerato prioritario e che ancora rimane nel libro dei sogni.
 
 Ci fu poi la terza sessione di Bari del 2001, quando si iniziò a discutere di sviluppo sostenibile dell’Adriatico e venne lanciato il progetto Aap 2020 (Adriatic Action Plan 2020) : le politiche della sostenibilità erano pronte ad uscire dai confini strettamente locali per essere condivise a livello di bacino adriatico. Una scommessa vinta: il progetto è stato finanziato da interreg 3c e vede al lavoro 26 città delle due sponde.
 
Il 18 settembre a Venezia, si farà il punto sullo stato dell’arte.
Dopo Bari, la storia del Forum è proseguita a Igoumenitsa, un’assemblea dedicata alla cooperazione tra i due mari, quindi agli scambi mercantili, quindi ai porti: senza una vera integrazione dei sistemi portuali, non ci sarà sicurezza, tutela ambientale, sviluppo di traffici. Poi è stata la volta di Rijeka, che ha dedicato i lavori dell’assemblea plenaria a “Il ruolo delle autonomie nell’integrazione dell’Europa sud – orientale”. Non un tema casuale, alla vigilia dell’allargamento dei membri dell’Unione Europea alla Slovenia.
 
Il Forum –– si presenta all’appuntamento di Chioggia forte di un suo accreditamento presso l’Unione Europa: il sistema delle autonomie locali adriatiche di Croazia, Slovenia, Montenegro, Albania, Bosnia Erzegovina, Italia e Grecia sta diventando un interlocutore specifico con cui l’Unione si sta già confrontando in riunioni e conferenze internazionali.

Chioggia consolida anche il passaggio dalle dichiarazioni di principio alla individuazione e al raggiungimento di obiettivi condivisi con una comune metodologia attraverso il lavoro concreto di Aap 2020 e la recente attivazione del progetto IONAS del programma INTERACT.

in allegato il preogramma delle giornate.

25/08/2004





        
  



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