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Rossi e “El Che”

Ascoli Piceno | “I primi passi dell’amministrazione provinciale targata Rossi mi sembrano particolarmente promettenti … se non fosse per l’azione serpeggiante della partitocrazia”.

di Vincenzo Rosini*

I primi passi dell’amministrazione provinciale targata Rossi mi sembrano particolarmente promettenti … se non fosse per l’azione serpeggiante della partitocrazia. Si è sin dall’inizio parlato di rivedere tutte le partecipate entro quest’anno e di risparmiare importanti quote di quei cinque milioni di euro che la Provincia di Ascoli Piceno butta in enti praticamente inutili. Facendo questo, si verificherebbe la potatura di tutto quel sistema che coniuga incarichi retribuiti inutili (spesso incompatibili) e politica. 

Non nascondo che per chi come me si è battuto inutilmente per raggiungere lo stesso scopo è un sogno, ma ho i miei dubbi che il coraggioso Rossi riesca a farcela.

 Purtroppo, si è subito capito che i buoni propositi del Presidente e della sua Giunta, cozzano contro il sistema dei partiti, di cui un uomo di Rifondazione non può essere parte integrante, come non può esserlo un uomo della Lega Nord.

Le prime avvisaglie del malcontento già si appalesano; è mancato il numero legale all’ultima seduta del Consiglio Provinciale. Rossi è sbigottito. Trattasi a mio modesto avviso di un’avvertenza mafiosa che non si governa contro il sistema dei partiti, un segnale che, se bene analizzato, vuol dire:

1) se è pur vero che i due schieramenti sono in perenne conflitto per il potere, sono anche complici nello spartirselo. A destra hanno messo all’angolo il Rosini di turno e a sinistra probabilmente lo faranno con Rossi;

 2) se la politica è l’arte del possibile, le possibilità di andare d’accordo si moltiplicano in modo proporzionale ai posti che si occupano. Smantellare gli enti di secondo grado equivale a ridurre drasticamente gli incarichi retribuiti ai politici e, dunque, la tenuta della maggioranza (di destra o di sinistra che sia).

3) la partitocrazia si è rialzata più forte dopo la batosta di Tangentopoli, e ora i partiti non vogliono più mollare nel sistema di gestione del potere, neppure uno strapuntino di terza classe, figuriamoci se assisteranno inermi allo smantellamento degli enti di II grado paventata dal coraggioso Rossi.

Personalmente spero che il Presidente Rossi non debba venire a più miti consigli e che riesca ad attuare quanto ha avuto l’ardire di affermare all’inizio del suo mandato. Che tenga duro facendo capire ai partiti che se non si procederà come vuole lui e come si è promesso all’elettorato il sistema finirà per implodere e ripiegare su sé stesso.

Se non dovesse riuscirvi non gli resterà che trasferirsi, idealmente s’intende, in Bolivia - come “El Che” alla fine della sua epopea; e se vorrà idealmente lo accompagnerò.

* Lega Nord Marche

29/07/2004





        
  



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