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Il Piano Faunistico della Regione penalizza gli appassionati della caccia al cinghiale

| ASCOLI PICENO - Intervento del consigliere regionale Guido castelli su un tema che coinvolge migliaia di appassionati.

di Guido Castelli *

Nel Corso della seduta di domani il Consiglio Regionale dovrà esaminare la proposta del nuovo piano faunistico-venatorio elaborato dalla Giunta D'Ambrosio.
Un piano a lungo atteso (il precedente è scaduto da piu' di due anni) ma che, per molti versi, tradisce le aspettative dei quasi 35.000 cacciatori marchigiani.
La mancanza più grave è senz'altro quella connessa alla mancata applicazione delle norme, sia di natura statale che regionale, che circoscrivono ad una percentuale massima del 25% la superficie massima di territorio regionale sottratto alla pratica venatoria.

Un problema annoso. Soprattutto per quanto riguarda la provincia di Ascoli Piceno che sconta la presenza nel proprio territorio la presenza di ben due parchi nazionali che, di fatto, riducono fortemente le porzioni di territorio cacciabile.
Pessime, poi, le notizie per gli appassionati di caccia al cinghiale che - secondo la stesura del piano - dovrebbero addirittura concorrere alle spese necessarie per i risarcimenti dei danni provocati dal cinghiale.

La pretese è davvero paradossale: la Regione non solo omette di trasferire al settore caccia le quote che annualmente gli appassionati versano all'erario di Ancona, come pure vorrebbe l'art.41 della L.r. 7/95, ma addirittura pretende che i cosiddetti "cinghialai" sborsino
ulteriore denaro per risarcire i danni causati da un animale che, di fatto, vive protetto nelle zone inibite alla caccia.

Ma vi è di piu': per affrontare l'emergenza costituita dal sovraffollamento del cinghiale il piano prevede di ricorrere all'uso di trappole (le cosiddette Gabbie) da affidarsi in gestione anche alle aziende agricole.

Quella dell'uso delle gabbie è una pratica da abolire, contraria a qualsiasi etica venatoria (spesso vi si intrappolano le scrofe gravide o i cinghialetti) e che si presta, tra le altre cose, a evidenti speculazioni economiche visto i significativi ricavi che ne derivano i fortunati gestori.
Al fine di evitare tali macroscopiche incongruenze ho predisposto, unitamente al gruppo consiliare di AN, una serie di emendamenti volti a correggere un piano che, ove rimanesse inalterato, produrrebbe gravi conseguenze per tutti cacciatori.

Una categoria "nel mirino" degli ambientalisti, ma che, con le proprie tasse, contribuisce nelle sole Marche ad impinguare il bilancio degli enti pubblici versando circa 20 miliardi di vecchie lire ogni anno.

In tempo di ristrettezze economiche non mi pare un dato di poco conto.

*Consigliere regionale.

18/02/2003





        
  



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