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Il 16 giugno ospiti a San Benedetto del Tronto i cinque finalisti del premio Strega 2019

San Benedetto del Tronto | Domenica 16 giugno, San Benedetto del Tronto ha ospitato i cinque finalisti della 73^ edizione del premio Strega.

di Elvira Apone

un momento della serata con i cinque finalisti del premio Strega 2019

Domenica 16 giugno, dalle ore 21,30, la splendida cornice della Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto ha ospitato Benedetta Cibrario, Claudia Durastanti, Marco Missiroli, Antonio Scurati e Nadia Terranova, i cinque finalisti della 73^ edizione del premio Strega, che si concluderà a Roma il 4 luglio con la proclamazione del vincitore. Una serata di grande spessore all’insegna della letteratura di qualità, organizzata dall’amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto in collaborazione con l'associazione culturale "I luoghi della Scrittura" e con la libreria "La Bibliofila”. A moderare l’incontro con i cinque autori è stato il direttore della fondazione Bellonci, Stefano Petrocchi, che, dopo i saluti e i ringraziamenti dell’assessore alla cultura Annalisa Ruggieri, del presidente della regione Marche, Fabio Urbinati, del presidente di “I luoghi della scrittura, Mimmo Minuto, e del segretario dell’associazione, Silvio Venieri, ha interagito con i cinque finalisti tenendo viva l’attenzione di un pubblico folto, partecipe e interessato. L’incontro ha visto anche la presenza di diversi editori, tra cui Antonio Franchini, direttore editoriale della Giunti e della Bompiani, e di alcuni studenti del liceo scientifico “Rossetti” di San Benedetto del Tronto, da diversi anni legato da un rapporto di collaborazione con la fondazione “Bellonci”, coinvolti nel progetto di lettura dei libri finalisti del premio grazie all’impegno e al lavoro della loro insegnante Adelia Micozzi. I ragazzi del liceo scientifico di San Benedetto hanno decretato vincitore del premio Strega giovani il romanzo “Fedeltà” di Marco Missiroli.

“Il rumore del mondo” (Mondadori) di Benedetta Cibrario è un romanzo storico ambientato nel XIX secolo tra Italia e Inghilterra. “Il romanzo storico è una maschera” ha dichiarato l’autrice “sotto la quale mi sento libera di raccontare storie”. E questa è una storia ricca di temi e di contenuti, come il fallimento di un matrimonio e l’incontro scontro tra diverse generazioni. La storia diviene, dunque, per la Cibrario uno strumento d’indagine della nostra realtà contemporanea perché “ci rende vigili, può parlare a ciascuno di noi”. E l’immaginazione, che per la scrittrice rappresenta un grande momento di libertà, le ha dato il coraggio di dipingere questo grande affresco storico.

“La straniera” (La nave di Teseo) di Claudia Durastanti è un libro autobiografico, in cui campeggiano personaggi femminili molto forti; è una storia di migrazioni al femminile dove anche il concetto di “straniera” può acquistare varie forme e significati, in base alla prospettiva in cui lo si guarda. “Bisogna superare la dicotomia tra desiderio e necessità di emigrazione e superare il concetto che la migrazione sia un trionfo o un naufragio” ha spiegato la Durastanti. Il libro offre, inoltre, come ha affermato l’autrice, anche una sorta di meta riflessione sulla letteratura e “su come si scrive lo stare al mondo”.

Il romanzo di Marco Missiroli, “Fedeltà” (Einaudi), affronta il tema del matrimonio e ha come protagonista una coppia di adulti che perde la propria innocenza come coppia. “Incertezza è la parola chiave” ha rilevato Missiroli, spiegando che è proprio il dubbio, il malinteso, con cui si apre la storia narrata nel suo libro, a fare incrinare un matrimonio. “I divorzi sono spesso storie non scritte di un amore che doveva esserci ma non c’è stato”, ha puntualizzato l’autore.

Il romanzo storico di Antonio Scurati, “M. Il figlio del secolo” (Bompiani), racconta le vicende, senza invenzioni, del periodo di ascesa al potere di Benito Mussolini, un pezzo di storia non trascurabile del nostro paese. È costruito come un romanzo che ha per oggetto la storia di un uomo “smarrito, alla ricerca di una strada. Un uomo privo di idee e di programmi politici capace di sedurre un popolo che si sente smarrito e sbandato”. La ragione principale per cui si scrive un romanzo storico, ha confessato l’autore “è perché il presente non basta”. Il sentimento di essere un anello di una lunga catena che va dal passato al futuro, ha aggiunto, “è il sentimento di vivere nel tempo della storia, di appartenere a un’umanità più vasta, anche se si raccontano momenti duri”.

La protagonista del romanzo di Nadia Terranova, “Addio Fantasmi” (Einaudi), è una donna che scrive finte storie vere per la radio, mestiere che la stessa Terranova ha fatto, e che “ha una voce fortissima quando scrive, ma è senza voce quando parla”. “È un personaggio danneggiato senza possibilità di riparazione”, lo ha definito l’autrice, e, proprio per questo, è positivo. Abbandonata dal padre senza nessuna spiegazione, Ida vive, insieme a sua madre, questa assenza con garbo, quel garbo che riesce a proteggerle da tutto, evitando di attirare su di loro l’attenzione degli altri.

Una serata di alto livello, che ha ancora una volta dato lustro alla città di San Benedetto del Tronto, allargando le prospettive e fornendo nuovi interessanti spunti di riflessione.

17/06/2019





        
  



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