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In Art: splendido omaggio di Massacci e Balestrieri a Tenco e De Andrè

San Benedetto del Tronto | Grande successo e affluenza di pubblico domenica 24 marzo al Medoc per l’ottavo incontro della rassegna In Art, dove Filippo Massacci e Gerardo Balestrieri hanno reso uno splendido omaggio a Luigi Tenco e a Fabrizio De Andrè.

di Elvira Apone

Gerardo Balestrieri e Giorgio Boffa

Grande successo e affluenza di pubblico domenica 24 marzo al Medoc di San Benedetto del Tronto per l’ottavo incontro della terza edizione della rassegna letteraria e musicale In Art, organizzata dall’associazione culturale “Rinascenza” con la direzione artistica di Annalisa Frontalini, con il supporto dello sponsor ufficiale Gate-away.com, con il patrocinio e il sostegno della Regione Marche e dell’amministrazione comunale, in rappresentanza della quale era presente il consigliere comunale, avvocato e poeta Gianni Balloni. Un incontro denso di contenuti e di emozioni quello di domenica, dedicato a due dei più grandi artisti della musica italiana, Luigi Tenco e Fabrizio De Andrè, omaggiati da Filippo Massacci con il monologo “E se ci diranno...tra Tenco e De Andrè”, e da Gerardo Balestrieri, con Giorgio Boffa al contrabbasso, con il concerto “Amici e fragili. Balestrieri interpreta Tenco e De Andrè”. 

Si può vivere nell’angoscia di non essere riconosciuti, e non solo nel ruolo di artisti, ma soprattutto nella nostra dignità di persone? Sembra di sì, se pensiamo a Tenco e a De Andrè, due artisti sopra le righe e fuori dal coro, due personalità uniche e originali che hanno fatto della canzone d’autore il filo conduttore della propria vita esprimendo, proprio attraverso la loro musica, quello che avevano dentro: “Canterò finché avrò qualcosa da dire” diceva Luigi Tenco. E Filippo Massacci, domenica sera, raccontando le storie di Tenco e De Andrè, ha raccontato anche le storie di tutti quelli che, come loro, hanno tentato di interrogarsi sul mondo e che, al di là dei dubbi e delle contraddizioni, hanno scelto con coraggio la propria strada, forse la più angusta e difficile, ma sicuramente l’unica che avrebbero potuto imboccare. Due uomini diversi per carattere, formazione, esperienze di vita Tenco e De Andrè, ma entrambi ossessionati dall’idea di essere ignorati e non apprezzati dal pubblico.

L’amicizia tra Tenco e De Andrè nacque soltanto dopo un brusco scontro tra loro, dovuto al fatto che De Andrè si era attribuito la paternità della canzone di Tenco “Quando”, ma divenne l’unico legame d’amicizia per Tenco, a cui De Andrè dedicò la meravigliosa poesia in musica “Preghiera in gennaio”, scritta la sera prima del suo funerale. “Non esiste il vero silenzio come pure la vera solitudine” diceva Fabrizio De Andrè, ha ricordato Filippo Massacci, e affermando questo forse pensava proprio al suo amico Luigi, troppo spesso avvolto nelle sue malinconiche inquietudini, troppo spesso isolato nel suo silenzio di uomo e di artista, la cui morte ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva. Entrambi ispirati dai poeti francesi maledetti, dagli chansonnier francesi, come Leo Ferrè, che De Andrè ammirava molto, dal cantautore Georges Brassens, la cui musica ha avuto un impatto molto forte su quella di De Andrè, dalla canzone di Dalilà, con cui Tenco ebbe una storia d’amore, entrambi hanno cantato l’orrore per le ingiustizie, soprattutto quelle sociali, la volontà di cambiare le cose e, in particolare Fabrizio De Andrè, la necessità della misericordia. Ma, come Filippo Massacci ha rilevato, se vogliamo che il loro messaggio non rimanga inascoltato, nemmeno noi dobbiamo smettere di avere dei dubbi, proprio come hanno fatto loro, nemmeno noi dobbiamo rimanere in disparte a guardare e a giudicare chi è vittima e chi è carnefice senza chiedercene il perché, ma, al contrario, dobbiamo tentare prima di tutto di comprendere e, senza schierarci dalla parte del sì o del no, imparare anche a dire “forse”.

Cantautore, compositore, polistrumentista, Gerardo Balestrieri condivide con Tenco e De Andrè l’amore per la musica e la poesia francese e ha tradotto e musicato i versi di poeti come Charles Baudelaire e Boris Vian, che il pubblico di In Art ha avuto il piacere di ascoltare domenica sera durante un concerto di grande spessore, in cui la vera poesia ha preso forma e colore grazie alla sua voce fluida e scura. Un ragazzo con la faccia anni ’70, l’anima poetica e il cuore aperto, così lo ha definito il professor Giuseppe Gennari presentandolo al pubblico; un cuore che si nutre di emozioni autentiche e le trasfigura con la potenza di versi che la sua musica rende ancora più veri. E la verità è che Gerardo Balestrieri riesce sempre a stupire e a emozionare, sia quando reinterpreta Tenco e De Andrè, sia quando trasforma in canzoni i versi dei poeti francesi, sia quando ripropone i testi degli chansonnier, sia quando canta le canzoni che ha composto lui, così ricche di quella forza vitale che sembra propagare intorno a sé, mentre con le sue dita mai stanche sfiora con velocità e precisione la tastiera del pianoforte che vive della sua stessa vitalità. E tutto diventa armonia e lucentezza, suono che si moltiplica all’infinito, parola che dà senso a ogni cosa, poesia che si carica di eternità attraverso una musica che di quell’eternità fa già parte. E tutti, affascinati e conquistati dalla grandezza di un musicista d’eccezione, non possiamo non inchinarci di fronte alla sua arte, un’arte che è bellezza, passione, verità, purezza, incanto. Magia pura.

 

26/03/2019





        
  



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