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Consegnato il Premio alla Giovane promessa della letteratura il 27 giugno alla Palazzina Azzurra

San Benedetto del Tronto | Mercoledì 27 Giugno, alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, Bianca Rita Cataldi ha ricevuto il “Premio alla giovane promessa del panorama letterario nazionale 2018” per il libro " I fiori non hanno paura del temporale".

di Elvira Apone

ph. Fania Pozielli

Mercoledì 27 Giugno, presso la Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, la giovane scrittrice Bianca Rita Cataldi ha ricevuto il “Premio alla giovane promessa del panorama letterario nazionale 2018” per il libro "I fiori non hanno paura del temporale" (editrice HarperCollins). Ad assegnare il Premio sono stati i soci dell'associazione culturale “I luoghi della scrittura” e gli insegnanti e gli studenti del liceo scientifico Rosetti, che, al termine della serata, hanno posto alcune domande all’autrice. All'evento, organizzato dall'associazione culturale "I Luoghi della scrittura" e dalla libreria La Bibliofila con il patrocinio e il contributo dell'Amministrazione Comunale, ha partecipato anche Ilaria Marzi, editor della HarperCollins, la casa editrice che ha pubblicato il libro. Hanno dialogato con loro Mimma Tranquilli, membro del direttivo dell’associazione, e Sonia Loffreda, socia di “I Luoghi della scrittura” che, insieme ad altri soci, hanno fatto parte del comitato di lettura che ha deciso di assegnare il premio al romanzo di Bianca Rita Cataldi. Come ha spiegato Mimma Tranquilli leggendo la motivazione del premio, l’opera è stata scelta sia per il carattere arioso e giovanile della narrazione che, pur affrontando problematiche impegnative e rapporti difficili tra diverse generazioni, riesce a farlo con sensibilità e lievità senza scadere in moralismi e luoghi comuni, sia per l’aspetto “poetico” del linguaggio, un linguaggio creativo e per certi versi infantile, che spesso ricorre a immagini insolite e originali, frutto di ricordi che derivano da un profondo vissuto emozionale.

Il romanzo ricostruisce, con sincerità e spontaneità, l’universo femminile attraverso le vicende di varie donne che, grazie alla loro “sapienza” di vita, riescono a imparare dai propri errori e dalle proprie sconfitte e, senza abbattersi, a ricostruirsi un futuro con coraggio e determinazione, proprio come “I fiori” che “non hanno paura del temporale”, ma, al contrario, sanno uscirne più belli e più forti di prima. “Le donne di questo libro sono accomunate dalla voglia di stare al mondo” ha osservato Bianca Rita Cataldi nel corso della presentazione del libro; c’è, dunque, una forte energia vitale che sorregge tutte le figure femminili del romanzo, un desiderio di vivere che vince la morte proprio perché nasce dalla consapevolezza che la morte è nella vita e la vita è nella morte e che esiste una stretta relazione tra i vivi e i morti, un elemento questo estremamente presente in tutto il romanzo e che contribuisce ad accentuare quell’alone di realismo magico e di misticismo a metà tra folclore e religiosità, da cui l’autrice ha dichiarato di essere sempre stata notevolmente attratta.

In una Bologna che fa da sfondo alla ricerca delle proprie radici, guidate dalle note di “Into the blood”, un’adolescente e una bambina, che rievoca la storia quando è ormai una donna, scoprono che i veri legami famigliari vanno ben oltre quelli di sangue e che non può esistere un futuro senza la piena coscienza del proprio passato e delle proprie origini. Insomma, senza aver ritrovato se stessi. E sebbene le donne del romanzo dominino la scena grazie alla forza del loro carattere, anche i personaggi maschili sembrano mostrare il loro volto più umano e sincero, diventando spesso il sostegno, il pilastro necessario affinché si compia quel destino che tutti lega e grazie al quale ciascuno scopre di avere un ruolo ben preciso nella vita dell’altro, perché niente avviene per caso. Come una “Cantastorie”, attraverso un tempo e uno spazio che si dilatano e si restringono, la protagonista accompagna il lettore in un mondo che comincia nel silenzio della propria nascita per riempirsi a poco a poco di parole che lo ricostruiscono e lo narrano in prima persona: una scelta stilistica, ha spiegato Bianca Rita Cataldi, che vuole dare l’idea della “chiacchierata informale”, del racconto che diventa condivisione e interazione con chi lo legge o lo ascolta.

Sapientemente condotto dalle acute domande di Sonia Loffreda e dalle interessanti osservazioni di Mimma Tranquilli, questo incontro ha svelato, con discrezione e delicatezza, un romanzo tenero, appassionato e carico di vitalità e una nuova promettente e talentuosa scrittrice dalla personalità forte e dirompente, di cui, ha assicurato l’editor, sicuramente sentiremo ancora parlare.

28/06/2018





        
  



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