Esistono infiniti modi di invecchiare, perché ognuno invecchia come ha vissuto. E però, il mare di possibilità da scegliere o da subire può essere riportato a due schemi comportamentali estremi: accettare la vecchiaia, adattarsi ad essa, sopportarla, al limite valorizzarla; oppure respingerla, negarla, rimuoverla, fino al suicidio.

Francisco Goya sceglie il secondo cammino. Egli sa benissimo cos'è vivere, ammalarsi e morire, fino al suo ultimo giorno. Sa anche cos'è la vecchiaia, che osserva e descrive sempre con meticolosa attenzione, e senza mai alcuna nota di benevolenza o di compassione.

Ma Goya non sa e non vuol sapere cos'è la sua vecchiaia. Non si identifica con la vecchiaia del suo corpo, ché essa mai gli appartiene.

Domenico Sabatini descriverà l'avversione di Goya verso la vecchiaia degli altri ripercorrendo le sue opere, soprattutto i Caprichos, le Pitture nere, i Disparates, e il rifiuto di Goya verso la propria vecchiaia attraverso gli autoritratti.

Alessandro Carano analizzerà alcuni aspetti inerenti l'immagine del corpo e la non integrazione con la personalità del soggetto; approfondirà il tema in relazione alle varie tappe evolutive dell'esistenza, soffermandosi soprattutto sulla corporeità nella sua ultima stagione.