Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

Vino, Guide: Marche prima in Italia per crescita qualitativa

Jesi | Con Verdicchio, Rosso Piceno, Pecorino, Rosso Conero ed altre 16 doc pesano per appena il 2% della produzione enologica nazionale: ma i vini marchigiani, sono primi in Italia per crescita qualitativa. Lo evidenzia, la storica rivista "Civiltà del Bere".

Con Verdicchio, Rosso Piceno, Pecorino, Rosso Conero e altre 16 doc pesano per appena il 2% della produzione enologica nazionale, ma i vini delle Marche sono primi in Italia per crescita qualitativa.

A evidenziarlo, la storica rivista di settore - Civiltà del Bere - che nell'ultimo numero "Il top delle guide vini 2017", ha incrociato i premiati delle principali 8 guide enologiche.

Il risultato parla di 107 vini made in Marche con almeno un riconoscimento di eccellenza e un saldo positivo di 31 prodotti in più rispetto all'anno precedente: si tratta del record assoluto di crescita anche rispetto alle regioni più blasonate del Paese, in una classifica generale che vede il Piemonte scalzare la Toscana dal primo posto, seguita da Trentino Alto Adige e Veneto. E nei punteggi top delle 8 guide (Ais Vitae, Bibenda, Cernilli, Espresso, Gambero, Maroni, Slow Wine, Veronelli) è il Verdicchio il marchigiano più premiato, con 14 vini (il 50% del totale) che hanno conquistato punteggi di eccellenza in almeno 2 pubblicazioni.

Per il direttore dell'Istituto Marchigiano Tutela Vini, Alberto Mazzoni "la sfida che oggi dobbiamo saper vincere è quella del prezzo medio, perché il Verdicchio e altri prodotti marchigiani sono cresciuti negli ultimi anni più in qualità che in valore".

"Per questo," - ha aggiunto Mazzoni - "grazie anche ai fondi Psr e Ocm Promozione della Regione Marche, dobbiamo far percepire ancora di più l'equazione tra qualità e ‘brand marche' a buyer e consumatori del nostro prodotto enologico".

Parlano marchigiano anche i ‘Best in Class': ovvero, i vini che per "Civiltà del bere" hanno ottenuto il maggior numero di valutazioni di eccellenza, nelle rispettive categorie (rosso, bianco, bollicine, dolci).
Qui il San Paolo, Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva Docg 2012 di Pievalta - Barone Pizzini è risultato il miglior Bianco italiano assieme ad altri tre vini top: la Ribolla di Josko Gravner, il Cervaro della Sala di Antinori e l'altoatesino Nussbaumer (Cantina Tramin).

Nella classifica legata ai ‘Maestri' - che premia le Case vinicole che negli ultimi tre anni hanno ricevuto giudizi di eccellenza da almeno tre guide su otto - figurano infine Bucci, Gioacchino Garofoli, Fattoria La Monacesca, Il Pollenza, Santa Barbara, Umani Ronchi, Velenosi e Oasi degli Angeli, che con il suo Kurni, Marche Rosso Igt 2014 è il primo vino marchigiano in classifica con 6 giudizi di eccellenza su 8.

07/03/2017





        
  



3+1=

Altri articoli di...

Cultura e Spettacolo

31/10/2022
Il Belvedere dedicato a Don Giuseppe Caselli (segue)
27/10/2022
TEDxFermo sorprende a FermHamente (segue)
27/10/2022
53 anni di Macerata Jazz (segue)
26/10/2022
Il recupero della memoria collettiva (segue)
26/10/2022
Giostra della Quintana di Ascoli Piceno (segue)
23/10/2022
A RisorgiMarche il Premio "Cultura in Verde" (segue)
22/10/2022
Porto San Giorgio torna a gareggiare al Palio dei Comuni (segue)
20/10/2022
La Nuova Barberia Carloni apre un tris di spettacoli (segue)

Fuori provincia

14/11/2022
Terremoto: subito prevenzione civile e transizione digitale (segue)
14/11/2022
Il presidente di Bros Manifatture riceve il premio alla carriera "Hall of Fame/Founders Award" (segue)
02/11/2022
Glocal 2022: dove i giovani diventano protagonisti del giornalismo (segue)
02/11/2022
Sisma 2016: approvati 15 mila contributi per 4.8 miliardi (segue)
27/10/2022
A Cartoceto, nelle ‘fosse dell’abbondanza’ per il rituale d’autunno della sfossatura (segue)
27/10/2022
Il Comune pulisce i fossi Rio Petronilla e via Galilei (segue)
27/10/2022
TEDxFermo sorprende a FermHamente (segue)
23/10/2022
A RisorgiMarche il Premio "Cultura in Verde" (segue)
ilq

Quando il giornalismo diventa ClickBaiting

Quanto è sottile la linea che divide informazione e disinformazione?

Kevin Gjergji