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Ballate e sussurri di Mike Rosenberg in arte Passenger

San Benedetto del Tronto | Passenger "Whispers"

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Passenger

"Whispers"

C'è una bella peculiarità che caratterizza le giovani nuove star del pop rock che diventano persino megastar grazie alla Rete. Salvo debite eccezioni di chi si sente "figlio di Dio" per conti in banca a sei zeri, la maggior parte è quasi francescanamente vestita di semplicità e abbandona ogni orpello divistico rinunciando spesso anche al proprio nome. E' il caso di Mike Rosenberg, trentenne cantautore di Brighton che ha scelto di chiamarsi Passenger e la cui canzone "Let her go" ha dominato lo scorso anni le classifiche di tutta Europa dopo quattro bei lavori in cui ha fatto emergere la sua voce timida, dal timbro di giovane paperotto cullato dalla raucedine.

"Whispers", il quinto album, esce in questi giorni in tutto il mondo e ricalca le orme/ombre dei grandi sentieri del folk inglese più tradizionale con una linearità da manuale. I suoi amici si chiamano Bon Iver ed Ed Sheeran, artisti genuini che hanno bisogno di una chitarra a tracolla per girare il mondo e cantare le proprie emozioni. Tutte le canzoni di "Whispers" hanno il pregio dell'immediatezza a rischio continuo del déjà vu, a partire dall'apertura di "Coins in a fountain", un neo folk che rinnova i fasti del revival britannico/irlandese degli anni Settanta. I flauti della tradizione sposano i violini della danza campestre ma si uniscono ai più eleganti violoncelli da salotto. Il suono è leggero in queste canzoni, quasi da esercizio adolescenziale col "cuore in fiamme" col rischio di qualche passo falso di scontata banalità ("Bullets", "Heart on fire"). Quando affronta un tema come "Golden leaves" Passenger entra nel territorio più barocco tipico del classico Michel Legrand e gioca con l'intimità che più lo contraddistingue. E' un artista schivo che sembra defilarsi dalle luci e dalle telecamere ma forse per questo è accattivante e piace a certa semplicità neogenerazionale.

Sa essere sempre leggero Mike Rosenberg come un antico trovatore che necessita di poche linee melodiche per conquistare consensi. Tutte le canzoni di "Whispers" sono da manuale (a volte un po' troppo elementare) ma grazie ai suggerimenti di Ed Sheeran i brani sono spesso vestiti con uno stile più definito e si adattano ad salire ad un piano superiore, come nel caso della bella ballata "Start a fire" che possiede un bellissimo crescendo di archi e sa avvolgere di freschezza un piacevolissimo ascolto. La canzone del titolo è emblematica nell'economia di tutto il lavoro. Linee semplici, archi, fiati e un bagaglio melodico in cui la semplicità è la chiave di lettura più giusta.In fondo, Mike Rosenberg, in arte Passenger, non chiede di più.

Voto 7/10

05/06/2014





        
  



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