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Le donne penitenti di Tori Amos

San Benedetto del Tronto | Tori Amos "Unrepentant Geraldines"

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Tori Amos

"Unrepentant Geraldines"

Analogamente a Caparezza, nonostante la distanza abissale che li divide, Tori Amos col suo nuovo lavoro, "Unrepentant Geraldines" si lascia trasportare dalle emozioni dell'arte. Non è certo una sindrome di Stendhal bensì l'espressione di una grande ammirazione per il mondo visuale e le mille espressioni dei suoi colori. Non a caso si fa riprendere in copertina con un pennello in mano. "Gli artisti visuali mi hanno sempre suggerito idee e dato emozioni. -dice la cantante, pianista e autrice della Carolina del Nord che con questo giunge al suo quattordicesimo disco - Analogamente alla musica, l'arte non è un mestiere che puoi abbandonare e riprendere quando vuoi. E' ciò che ti contraddistingue. Ciò che definisce chi e che cosa sei".

E all'arte Tori Amos fa ricorso per continuare il suo discorso sull'emancipazione femminile, sulle tematiche della religione, del sesso, del peccato e del pentimento largamente espresse nel precedente "Abnormally attracted to sin" del 2009. "Geraldine" infatti non è altro che il soggetto di un quadro dell'800 dell'irlandese Daniel Maclise che raffigura una penitente che rimanda alle Maddalene di Tiziano, di Gerard Seghers o di Georges de La Tour, donne che nella storia hanno dovuto chiedere perdono per la propria sessualità condannata dalla società maschile, ben espressa nella bella "Trouble's lament". Dopo l'ampollosità orchestrale del suo disco precedente, "Gold dust", Tori Amos si è dedicata per mesi al teatro creando un musical, "The light princess" con la produzione del Teatro Nazionale di Londra e oggi riacquista la sua dimensione più peculiare di autrice che, al giro di boa dei 50 anni, continua a riflettere sui significati della vita.

La sua scrittura, pur non avendo altissimi guizzi di genio, recupera la vecchia semplicità espressa dalla tastiera del suo pianoforte, lo strumento che ha sempre caratterizzato la sua musica e mette sul piatto alcuni temi centrali della vita come l'aspetto materno che rende la donna un condensato di passione e armonica spiritualità. Ci sono spesso, tra le canzoni di "Unrepentant Geraldines", echi di una gloriosa Joni Mitchell ("Oysters", "Rose Dover", "Invisible boy") ma, in definitiva, c'è la sorpresa di un'artista che credeva di non avere più nulla da dire, dopo anni di attività, e che si riscopre ancora capace di affrontare temi e tradurli nell'emozione di una canzone. Nel lavoro hanno una parte importante suo marito, il tecnico del suono Mark Hawley cui si affianca Marcel Van Linbeek, i quali sanno catturare al meglio la sapiente atmosfera creata da Tori Amos che quando si siede alla tastiera e canta "Wild way" trafigge tutti con la sua voce.

Voto 7,5/10

08/05/2014





        
  



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