CARLINHOS  BROWN

Marabô

Disco solista numero tredici per uno dei più eclettici agitatori culturali brasiliani qual è Carlinhos Brown (al secolo Antonio Carlos Santos de Freitas), cinquantenne musicista e cantante di Salvador de Bahia, denominato il Cacique do Candeal, (il Cacicco della comunità di Candeal) divenuto presto un maestro di pandeiro, il famoso tamburello coi sonagli della tradizione di quel paese.

Come tutti gli afro americani Carlinhos ha il ritmo nel sangue e al ritmo ha dedicato la sua vita, a partire dal nome che rende omaggio a un re del funky come James Brown. Grazie alla sua frenetica attività sociale nella lotta all'emarginazione e per elevare sulla scala sociale le popolazioni e i bambini più poveri mediante l'uso della musica, il nostro è popolarissimo in patria tanto da essere stato eletto spesso "Re del Carnevale" in diverse città. Carlinhos Brown ha avuto il suo rilevante momento internazionale (ma fu clamoroso anche in patria) agli inizi degli anni Duemila quando, a fianco di Marisa Monte e Arnaldo Antunes, diede vita al trio dei Tribalistas col successo mondiale di "Ja sei namorar", un brano affascinante che ha una sorta di seguito su questo disco nel brano "Amouro", superba ballata in chiave milonguera.

Nella sua carriera non fu da meno il successo dei Timbalada, formazione di cento percussionisti celebrata dai media internazionali che rese omaggio a colui che attraverso elementi poveri e primari come un secchio d'acqua o una latta raccolta in una discarica faceva coagulare esigenze aggregative dei giovani della sua terra. Nella sua ormai lunga storia musicale Carlinhos Brown ha militato a fianco di Caetano Veloso nella magnifica avventura di "Estrangeiro" ma anche nelle file di un altro monarca della musica brasiliana come Luiz Caldas considerato il padre della musica axé (un genere nato negli anni Ottanta proprio col carnevale di Bahia e che fonde forró, frevo, calypso, samba enredo, reggae e maracatu). Carlinhos ha compiuto un percorso lungo e notevole e oggi rende omaggio con "Marabô" proprio a quel Caldas che l'aveva ospitato tra le file degli Acordes Verdes, il gruppo degli anni Ottanta, ricambiando l'invito con un intero lavoro dedicato a lui che partecipa di persona nel brano afrocubano "Afroascendente".

L'eclettismo di Brown spiazza l'ascoltatore sin dall'apertura di questo nuovo lavoro nel quale egli usa persino una grande orchestra per mescolare archi e percussioni africane ("Marabô" -unico brano non firmato da Brown ma da Saul Barbosa- e "Hidden waters") ma è l'axé che la fa da padrone nella maggior parte dei brani, dal funky di "Tata Gandhi" alla scatenata "Kd Canô". Nella coinvolgente "Vc, o amor e eu" la melodia si fonde alla ritmica ospitando la bella voce di Quésta Luz (vincitrice del talent show "The Voice of Brasil")   http://www.youtube.com/watch?v=eVlvcgcHPTQ    ma non è da meno "Vida carnaval" con un affascinate ritornello che mescola l'axé con un'orchestrazione, nel ritornello, che rimanda a Michel Legrand facendo il verso alla ballata "Paxuá e paramim". Ritmi afro si ritrovano anche nella chiusura "Afrobossa Albaum", nella citazione sixties del facile pop di "Encontrei" e nella super ballabile "Vou dizer sim" che mescola samba, reggae e ska, a dimostrazione di quanto le gabbie di genere siano molto strette al genio creativo di Carlinhos, superlativo e in definitiva grande musicista brasiliano ammalato di romanticismo.

Voto 8/10