Intervento dell'Associazione Politico Culturale -Orgoglio Civico- sulla Giustizia
San Benedetto del Tronto | "In data 15.07.2013 il Consiglio Superiore della Magistratura ha risposto ad una nostra richiesta garantendo che la nomina del Presidente del Tribunale era alla firma del Presidente della Repubblica e che presto sarebbe arrivato: così è stato",
di Benito Rossi
Benito Rossi
A distanza di circa 3 mesi, e precisamente in data 15.07.2013 prot. n. 13962/2013, il Consiglio Superiore della Magistratura attraverso il Segretario Generale ha risposto a questa Associazione, interessando, contestualmente, il Dipartimento dell'Organizzazione Giudiziaria del Ministero della Giustizia diretto dal Direttore Generale dei Magistrati. Ci fu garantito che la nomina del Presidente del Tribunale era alla firma del Presidente della Repubblica e che presto sarebbe arrivato: così è stato.
Dal 16 febbraio 2014 inoltre saranno assegnati n. 2 GOT con l'impegno che se Giudici di altre sedi chiederanno il trasferimento in Ascoli, cio' verrà accordato.
Pensiamo pertanto di aver svolto sino ad ora un buon lavoro a favore di una comunità che necessita ancora molta attenzione e dove molto altro ancora c'è da fare nel campo giudiziario. Oggi diamo il benvenuto al nuovo Presidente del Tribunale augurandogli soprattutto un buon lavoro.
Spetta chiaramente alla politica dei ruoli istituzionali scongiurare la chiusura del tribunale di san benedetto ma non ci aspettiamo nulla di buono da questa, per motivi elettorali troppo attenta ai capitoli di nicchia, perdendo di vista progetti di levatura degni di capacità.
*Presidente Associazione Politico Culturale Orgoglio Civico
IL DOCUMENTO INOLTRATO
- Presidente della Repubblica
Palazzo del Quirinale
Piazza del Quirinale
00187 ROMA
- Consiglio Superiore della Magistratura
Presidente Terza Commissione
Piazza dell'Indipendenza, 6
00185 ROMA
- Ministro della Giustizia
Via Arenula, 70
00186 ROMA
Oggetto : Situazione Giustizia Provincia di Ascoli Piceno
Il circondario del Tribunale di Ascoli Piceno è costituito da ben 31 (trentuno) Paesi [ Acquaviva Picena - Acquasanta Terme - Amandola - Appignano del Tronto - Arquata del Tronto - Ascoli Piceno - Carassai - Castel di Lama - Castignano - Castorano - Colli del Tronto - Comunanza - Folignano - Force - Maltignano - Monsampolo del Tronto - Montalto Marche - Montedinove - Montefortino - Montegallo - Montemonaco - Monteprandone - Offida - Palmiano - Roccafluvione - Rotella - San Benedetto del Tronto - Spinetoli - Valle Castellana - Venarotta ( i Paesi sottolineati, attualmente, sono di pertinenza della Sezione Distaccata di San Benedetto del Tronto, che, però, il 13 settembre p.v. sarà chiusa e accorpata al Tribunale di Ascoli Piceno)], per un totale di 187.000 (centoottantasettemila) abitanti.
La pianta organica del Tribunale di Ascoli Piceno prevede un numero di 13 (tredici) Magistrati oltre al Presidente.
Il Presidente del Tribunale di Ascoli Piceno manca dal 01.01.2012.
Nei prossimi mesi, 5 (cinque) dei suddetti 13 (tredici) Magistrati verranno trasferiti presso altre sedi giudiziarie.
Dei rimanenti 8 (otto) Magistrati, 4 (quattro) dovranno essere necessariamente assegnati al sistema penale, 1 (uno) al settore fallimentare, 1(uno) alla sezione lavoro e ne rimarranno solo 2 (due) per la sezione civile.
La relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2013 del Dott. Carmine Pinelli - Presidente Reggente della Corte di Appello delle Marche - evidenzia: "Nel Tribunale di Ascoli Piceno, come risulta dalla relazione del Presidente facente funzioni, vi è carenza di copertura di posto di Presidente di Tribunale a decorrere dal gennaio 2012, quello di Presidente di sezione è stato coperto solo recentemente. Gli schemi organizzativi già predisposti si sono dimostrati inidonei a contrastare i ritardi nella definizione dei procedimenti, aggravati in determinati settori; su tale situazione incide anche la carenza del personale ausiliario, sia nella sede centrale che nella sezione distaccata di San Benedetto del Tronto. La riorganizzazione del Tribunale ha riguardato in particolare il settore lavoro e previdenza, con la concentrazione delle controversie sul ruolo di due magistrati, e la trattazione dei procedimenti penali collegiali, di norma con una composizione del Tribunale tendenzialmente "fissa". Nonostante l'impegno dei Magistrati, il contenzioso civile e penale subisce costanti dilatazioni; non si registrano particolari criticità nel settore GIP - GUP. Continua a gravare sull'ufficio il peso dei procedimenti già assegnati ai G.O.A. delle sezioni stralcio, che sono sul ruolo dei magistrati del settore civile e l'ufficio è carente di personale di cancelleria, condizione cronica, destinata ad aggravarsi e riguardare anche funzioni apicali. Medesime considerazioni sono state esposte per la Sezione Distaccata di San Benedetto del Tronto, in relazione alla quale è stata completata recentemente l'assegnazione dei magistrati."
A fine 2012, presso il circondario del Tribunale di Ascoli Piceno, risultavano iscritti n. 1.168 procedimenti di cognizione ordinaria e pendenti n. 5.354; nel settore famiglia-separazioni: iscritti n. 278 ricorsi, pendenti n. 482; nel settore famiglia - divorzi: iscritti n. 127 ricorsi, pendenti n. 233; nel settore lavoro: iscritti n. 644 ricorsi, pendenti n. 996; nel settore previdenza: iscritti n. 559 ricorsi, pendenti n. 1002; procedimenti esecutivi mobiliari iscritti n. 1401, pendenti n. 689; i procedimenti esecutivi immobiliari iscritti n. 222, pendenti n. 1244. Risultavano presentate n. 173 istanze di fallimento e n. 49 procedimenti in materia di fallimento. Nel settore penale, nello stesso periodo, i procedimenti iscritti a mod. 21 risultano n. 4.683 e a mod. 45 n. 1.095.
E' allarme giustizia nella Provincia di Ascoli Piceno.
Tutto questo si traduce in denegata giustizia per il cittadino.
L'aumento dei costi della giustizia e i tempi di risposta alle istanze dei cittadini, vanificano il diritto alla giustizia.
Nell'ambito dell'esercizio dell'azione civile è basilare la tutela dei molteplici diritti ed interessi che sono alla base del vivere quotidiano e dei rapporti soggettivi e commerciali.
Ogni persona, fisica o giuridica, è obbligata a misurarsi (in taluni casi in maniera continua, in altri solo estemporanea) con contratti, obbligazioni, diritti reali, rapporti di famiglia o successori e con tutti quei fatti che rappresentano ed esternano i normali rapporti privatistici che intercorrono tra soggetti diversi.
A tutela ed a garanzia di tali rapporti sta, o meglio dovrebbe stare, la giustizia civile, da intendersi appunto come "insieme di istituti ed organizzazione" volti a tale scopo.
Purtroppo il ruolo centrale ed imprescindibile dell'esercizio della giustizia civile sembra sfuggire ai più (anzitutto agli organi istituzionali deputati a gestirla ed alla stessa opinione pubblica) che preferiscono concentrare azioni ed attenzione verso la giustizia penale, certamente di maggiore impatto sociale e mediatico, piuttosto che verso la soluzione di tutte le questioni attinenti al "diritto privato" ed alle controversie da esse derivanti. E, d'altra parte, è impensabile lasciare scoperto il presidio della legalità, mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini; ma, come occorre, anzi è imprescindibile, mantenere sempre alta la guardia, soprattutto in questo avamposto di frontiera al confine con territori ad alta densità criminosa, è altrettanto necessario dirimere le controversie fra cittadini/aziende/società per la "pace" sociale necessaria a una civile convivenza.
Certo, destinare lo 0,9% del PIL al settore, di cui il 70% va al sistema penitenziario, non aiuta a risolvere tutti i gravi e annosi problemi, ma è necessario uno sforzo per garantire al cittadino il diritto alla giustizia.
Orgoglio Civico intende porre in massima evidenza la necessità di ottenere quanto previsto dalle norme della Comunità Europea, norme in atto destinate a salvaguardare il diritto di accesso alla Giustizia, cosi' come previsto dall'ART 47 del Capo Giustizia della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea che garantisce il diritto ad un accesso effettivo alla giustizia. Tutto cio' oggi non puo' essere garantito dalla giustizia nel Piceno proprio per le motivazioni da noi su esposte. Il numero dei casi pendenti e nuovi iscritti descrivono in maniera inconfutabile la negazione di accesso alla giustizia cosi' come prevede l'Unione Europea. Ci chiediamo pertanto quanta volontà' politica viene espressa ai vari livelli per risolvere un problema di grande portata o per meglio dire se esiste un disegno destinato a smantellare l'attuale sistema di giustizia per sostituirlo attraverso una nuova organizzazione. Certo è che la situazione in tempo reale e' quella che maggiormente ci preoccupa perché non percepiamo soluzioni alternative ai messaggi di riduzione degli organici. Gli effetti sul cittadino sarebbero devastanti per effetto delle dilatazioni delle inefficienze che ne deriverebbero. Ci rendiamo conto della crisi storica che si sta vivendo e che ha investito i diversi settori della vita sociale ma a noi corre l'obbligo, di fronte all'inaffidabilità di alcune politiche nazionali ed in particolare di chi intende diffondere un clima di screditamento, focalizzare l'attenzione in questa porzione territoriale nel tentativo di salvare il salvabile.
La soluzione attuale nel Piceno, prima di ogni sperimentazione, a dir poco pericolosa, è quella di ripristinare l'organico esistente quindi parallelamente ottenere un meccanismo di verifica che comporti una diversa riorganizzazione strutturale che porti un efficace beneficio al cittadino.
Li 14.05.2013
Distinti Saluti
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15/09/2013
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