Innanzitutto essendo un servizio "urbano", dunque riguardante il territorio della città di San Benedetto, viene meno la critica che il consigliere muove quando parla di mancato servizio per i bambini che frequentano le scuole elementari da noi pur vivendo ad Acquaviva Picena. E' ovvio, e se fosse il contrario saremmo anche passibili di azione di responsabilità, che il Comune eroga servizi ai propri residenti.

E infatti l'appalto per la gestione del servizio prevede l'esecuzione dello stesso nell'ambito del territorio comunale. Va precisato che il servizio è disponibile anche per i non residenti a condizione che rimangano dei posti liberi. In tal caso, nulla vieta ad un residente in altro Comune che sceglie di far studiare il figlio in una scuola di San Benedetto di accompagnarlo fino alla prima fermata dentro i confini cittadini dove sarà raccolto dallo scuolabus comunale.

Quanto alla richiesta, contenuta nel modello di domanda di iscrizione al servizio, di indicare il valore ISEE, sottolineo che questo indicatore è l'unico riconosciuto dalla legge per valutare la situazione economica di una famiglia e viene utilizzato per gran parte dei servizi a domanda individuale erogati dall'Ente.

A ciò si aggiunge l'ulteriore agevolazione garantita alle famiglie che hanno più figli che usufruiscono del servizio con sconti progressivi dal secondo figlio in poi.

Naturalmente, in sede di individuazione delle categorie di soggetti tenuti all'eventuale contribuzione alle spese del servizio, la Giunta potrà valutare la posizione di coloro che hanno perduto il lavoro di recente ma non possono dimostrarlo attraverso l'ISEE che, come noto, fa riferimento ai redditi dell'anno precedente.

In ultimo mi preme ricordare che l'Amministrazione comunale, come è stato dichiarato durante la seduta del Consiglio comunale del 27 giugno, farà ogni sforzo per far sì che si possano trovare nel bilancio 2014 le risorse per evitare l'introduzione della tariffa.