Grottammare è in ritardo: occorre prendere ad esempio idee lungimiranti
Grottammare | Mancano eventi di carattere nazionale che consentano di destagionalizzare il commercio turistico. Se è vero che questa città vive anche di turismo, allora è necessario iniziare ad inventarsi qualcosa, anche inseguendo visioni.
di Filippo Olivieri
Filippo Olivieri
Grottammare è in ritardo. E bisogna recuperare. In altre città si inseguono visioni, si costruiscono persino atolli per l'attracco di navi da crociera, mentre dalle nostre parti non siamo neppure in grado di sistemare le spiagge per l'incapacità e l'inadeguatezza di una Regione che non è in grado di mettere le persone giuste al giusto posto. Lo dimostrano i risultati, non le chiacchiere. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti e parlano di una situazione sempre più precaria nonostante i soldi spesi e i tanti progetti che, ci dicono da Ancona, sono stati messi in campo per combattere il fenomeno dell'erosione. Oggi ci ritroviamo, e accettiamo, una spiaggia sempre più compromessa grazie ad un intervento che pare fosse inadeguato con tanto ed inchiesta ed indagati. Tra cui due funzionari della Regione. Le cose qui funzionano così ma è ora di dire basta.
E' ora di guardare al futuro seriamente e di smetterla di improvvisare. E' ora di guardare ad altre parti d'Italia e del mondo e prendere ad esempio le idee lungimiranti di chi sa capire da che parte sta andando il futuro senza perdere d'occhio il presente e le sue necessità. Nel 1990, a Grottammare, si iniziò a parlare di porto turistico. Se ne parlò in maniera talmente concreta che c'erano persino degli investitori pronti a sponsorizzarne la realizzazione. Poi non se ne parlò più. I progetti rimasero incastrati dentro qualche cassetto di chissà quale ufficio tecnico comunale e il messaggio giunto fino ai giorni nostri (22 anni dopo) è che il porto turistico a Grottammare è quasi un'irrealizzabile utopia. E allora guardo a poca distanza da noi, a duecento chilometri più a Nord o poco più.
A Riccione dove trent'anni fa vennero gettate le basi per la realizzazione di un'opera considerata irrealizzabile che oggi rischia seriamente di prendere vita: un atollo che consentirà alle navi da crociera di raggiungere la riviera romagnola e che porterà migliaia di persone per le strade di una città. Grottammare, oggi, è un contenitore vuoto rispetto a quelle che potrebbero essere le sue potenzialità. Le caratteristiche naturali del nostro centro sono state valorizzate, come nel caso del lungomare o del Paese Alto. Ma è semplicemente stato preparato il contenitore e per farlo c'è voluto un cantiere, quello del lungomare, lasciato praticamente aperto per quasi vent'anni, ereditato di amministrazione in amministrazione e ancora neppure terminato. Ma quali investimenti, quali iniziative, quali idee sono state portate avanti per riempire questo contenitore? Chi, in tutto questo tempo, ha letteralmente preso per mano il turismo portando la gente a Grottammare? Non ho mai visto, a Grottammare, neppure un evento di carattere nazionale, almeno sarebbe stato un semplice tentativo di destagionalizzare il commercio turistico. Se è vero che questa città vive anche di turismo, allora è necessario iniziare ad inventarsi qualcosa, anche inseguendo visioni. Un'amministrazione ha il dovere di guardare al futuro così come ha l'obbligo di assistere il presente portando avanti l'ordinario.
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30/11/2012
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