Gaspari scrive a Stroppa: "Pediatria, prospettiva poco felice per la sopravvivenza del reparto"
San Benedetto del Tronto | Dopo il caso del neonato di San Benedetto trasferito all'ospedale di Ascoli per una seduta di fototerapia, dato che al "Madonna del Soccorso" mancava personale, Gaspari scrive una lettera aperta al direttore dell'AV5.
Reparto di Pedriatria, un murales
Gentile dottor Stroppa,
potrei alzare il telefono e chiamarla, so che Lei mi ascolterebbe, ma ho scelto di scrivere questa
lettera aperta perché il problema che voglio rappresentarLe assume connotati di rilevanza
generale e investe la stessa capacità del nostro sistema sanitario di far fronte agli impegni più
elementari.
E' accaduto di recente che nel nostro ospedale, dove nascono circa 1000 bambini l'anno, in
futuro forse di più per la concomitante chiusura di analoghi reparti di altre strutture dell'area, è
nato un bambino senza particolari problemi tranne un ittero, abbastanza comune nei neonati, che
si tratta con la fototerapia, cioè l'esposizione del bambino ad una speciale lampada. Si tratta, per
quanto mi dicono, di una metodica in vigore da 50 anni, oramai consolidata, ma che ovviamente
richiede la presenza di un infermiere durante l'esecuzione.
Ebbene, è accaduto che questo bambino sia stato trasferito all'ospedale di Ascoli separandolo
dalla sua mamma per essere sottoposto al trattamento. E questo perché nel nostro reparto, dove il
personale infermieristico è sceso da 18 a 6 infermieri, non c'era nessuno da adibire a questo
compito.
Ora, dr. Stroppa, Lei comprende benissimo quale sia il rischio a cui il reparto, l'ospedale, tutto il
territorio vengono sottoposti: non c'è evento più importante nella vita di una coppia della nascita
di un figlio e il confronto tra esperienze diventa fondamentale nella scelta della struttura a cui
affidare un momento così rilevante.
Se si diffonde l'opinione che l'ospedale di San Benedetto non è in grado neppure di far fronte ad
un trattamento di fototerapia per l'ittero del neonato, non è difficile immaginare quali scelte
potranno compiere le famiglie che attendono un figlio. In questo modo si apre una prospettiva
poco felice per la sopravvivenza del reparto, in un momento in cui le decisioni in materia
sanitaria si prendono soprattutto in base ai dati sull'utilizzo delle strutture.
Dr. Stroppa, qui non sono in discussione le prospettive di rilancio della sanità sambenedettese
attraverso nuovi reparti e nuove specialità. Qui si discute di mantenere quel livello minimo di
assistenza che permetta ai nostri cittadini di considerare il nostro ospedale ancora degno di
questo nome.
Con stima
Giovanni Gaspari
|
23/11/2012
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