Più semplicemente potremmo dire che sono stereotipi e luoghi comuni mascherati da frasi. La verità è che questi "detti" sono conseguenza di esperienze vissute, ma non sono supportati da prove scientifiche che ne dimostrino l'efficacia. Nonostante questo, forse per discolparci quando falliamo, o per trovare un appiglio quando commettiamo errori, li sfruttiamo per aggiustaci la coscienza o per giustificare qualcun altro.

La riflessione personale e l'esperienza alimentano la correttezza della loro applicazione ma i tempi sono cambiati e alcuni modi di dire non si adattano più alle situazioni quotidiane. L'evoluzione nello stile di vita, nelle relazioni e in generale nell'atteggiamento di approccio ai cambiamenti, hanno generato una rivoluzione nella loro credibilità e a volte non si accolgono più come attuali. Filosofia popolare o no, vale la pena di sottolinearne alcuni da smentire.

Cito il classico "donna baffuta sempre piaciuta" che concretamente si adatta a periodi antecedenti l'invenzione della ceretta, o il classico "non esistono più le mezze stagioni", esaminando le temperature altalenanti del periodo. Per non parlare dell'antitesi tra due dei proverbi più famosi: "chi s'assomiglia si piglia" e "gli opposti si attraggono".

La donna è generalmente il bersaglio preferito per proverbi maschilisti, ma tutti sanno che ragionare con stereotipi ("di tutta l'erba un fascio") è una questione di mentalità settecentesca. Stessa considerazione per quanto riguarda gli uomini, perché il preconcetto di denigrazione non va di pari passo con la nostra generazione che vanta un'apertura mentale. Ognuno ha un parere differente e un diverso modo di intendere queste locuzioni verbali, quindi l'elenco potrebbe essere infinito.

Rimane il fatto che i proverbi sono forgiati addosso alle persone che nonostante la diversità ("il mondo è bello perché è vario"), reagiscono (generalmente) allo stesso modo. È per questo che i detti popolari diventano formule brevi generalizzabili destinati a rimanere nella memoria.